La commissione Giustizia del Senato ha dato il primo via libera al disegno di legge che introduce nel sistema giuridico italiano il reato di femminicidio, con una pena massima prevista dell’ergastolo.
Un passaggio parlamentare che ha registrato un voto unanime, sottolineando la convergenza trasversale di tutte le forze politiche su un tema di grande rilevanza sociale e giuridica.
Un passo storico nella lotta alla violenza sulle donne
La decisione di approvare il ddl sul femminicidio rappresenta un momento cruciale nella normativa italiana contro la violenza di genere. La presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno (Lega), ha definito questa svolta come “un salto di qualità nella lotta contro la violenza sulle donne”, sottolineando l’importanza di un intervento legislativo che attribuisce al reato una specificità e una pena severa come l’ergastolo.
Anche la ministra per le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, ha espresso grande soddisfazione per l’approvazione del testo, evidenziando come “la battaglia contro la violenza sulle donne sia un impegno che unisce e che fa bene a tutta la società”. L’approvazione unanime del ddl testimonia, infatti, la volontà comune di mettere al centro della politica la tutela delle donne vittime di violenze estreme.
Il testo approvato definisce in modo dettagliato le circostanze in cui si configura il reato di femminicidio: “Chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di odio o discriminazione di genere, prevaricazione, controllo, possesso o dominio in quanto donna, oppure in relazione al rifiuto della vittima di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come limitazione delle libertà individuali, è punito con la pena dell’ergastolo”. Questa formulazione amplia il perimetro di tutela, riconoscendo le molteplici forme di violenza sistematica e culturale che possono sfociare nell’omicidio.
Durante i lavori in commissione sono stati approvati diversi emendamenti significativi. Tra questi, una proposta del Movimento 5 Stelle ha escluso i reati previsti dal cosiddetto Codice rosso dal limite temporale di 45 giorni previsto per le intercettazioni, una misura che permette un più efficace utilizzo delle prove nei processi per violenza di genere. Il leader M5S Giuseppe Conte ha sottolineato l’importanza di questa modifica, definendola una “vittoria per la tutela delle vittime”.

Un altro emendamento approvato, proposto dalla Lega, riguarda il contrasto alle droghe dello stupro. Le senatrici Stefania Pucciarelli ed Erika Stefani hanno spiegato che la norma faciliterà l’individuazione e la prova in tribunale dell’assunzione involontaria di sostanze psicotrope da parte della vittima, un aspetto cruciale per accertare la violenza sessuale. Inoltre, è stato previsto che il giudice debba informare non solo la persona offesa ma anche i suoi familiari in caso di revoca o attenuazione del divieto di avvicinamento, una misura che rafforza la tutela delle vittime e del loro ambiente familiare.
Il Partito Democratico ha ribadito il proprio impegno nel migliorare ulteriormente la normativa, rivendicando risultati ottenuti come maggiori tutele per gli orfani di femminicidio e il potenziamento del braccialetto elettronico, che ora si attiva a una distanza di un chilometro anziché 500 metri, garantendo così una maggiore protezione alle vittime. La segretaria PD Elly Schlein ha evidenziato come “la vera sfida resti la prevenzione e l’educazione affettiva”, sottolineando il lavoro comune con la ministra Roccella per sbloccare l’iter legislativo.
Dal fronte di Italia Viva, il capogruppo Ivan Scalfarotto ha espresso soddisfazione per aver evitato l’introduzione di un meccanismo che avrebbe potuto vincolare eccessivamente il giudice alle richieste della parte offesa nel processo penale, mantenendo così il principio di autonomia giudiziaria. Infine, la relatrice del ddl per Fratelli d’Italia, Susanna Campione, ha lodato la sintesi raggiunta in commissione e ha annunciato la possibile calendarizzazione del provvedimento in Aula già dalla prossima settimana, auspicando un nuovo voto unanime.