Society
di Simone Stefanini 31 Maggio 2017

Lo spot di Babbel che usa i mafiosi per insegnare l’italiano è l’ennesimo stereotipo che non fa ridere

Spaghetti, mafia e mandolino. Per l’azienda tedesca che lavora per abbattere le barriere linguistiche e culturali, stavolta sembra proprio un passo falso

Italia: spaghetti, mafia e mandolino.  Stavolta a cavalcare il più offensivo degli stereotipi sull’italiano medio è Babbel, l’app di apprendimento linguistico online che ha fatto circolare uno spot particolarmente di cattivo gusto.

Babbel, azienda tedesca famosa in tutto il mondo, di solito porta avanti la missione volta ad abbattere le barriere linguistiche e anche quelle culturali per promuovere l’integrazione, ma questa pubblicità è un passo nella direzione opposta.

Inizia con la musica di un mandolino, poi viene inquadrato un capo mafia con i suoi scagnozzi al tavolo, mentre, con l’evidente calata siciliana, interroga l’unico non italiano del tavolo, credendolo un informatore della polizia. L’altro usa Babbel e gli risponde in sicil-italiano, convincendo il boss a fidarsi di lui, chiaramente davanti a un piatto di pasta. Fine. Ce n’era bisogno?

Ci sembra davvero assurdo che una compagnia così importante non trovi niente di più creativo che sottolineare ancora una volta quello stereotipo lì, del mafioso romantico e affascinante come ne esce fuori dai film di Coppola o Scorsese.

La mafia non è divertente per gli italiani alla stessa stregua del nazismo per i tedeschi e nessun brand si permetterebbe di utilizzare tale stereotipo e periodo storico per parlare della Germania in uno spot pubblicitario. Tanto più che per noi quest’anno si celebra il 25° anniversario delle stragi in cui morirono Falcone e Borsellino.

 

 

Per stavolta, forse è meglio imparare l’italiano alla vecchia, dal dizionario.

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