Nel cuore del Golfo di Napoli si nasconde un tesoro archeologico sommerso di inestimabile valore: l’antica città di Baia, soprannominata la “Pompei sommersa” o “Atlantide romana”.
Questo parco archeologico sottomarino, esteso su 177 ettari, rappresenta un eccezionale sito di interesse storico e naturalistico, visitabile oggi tramite immersioni subacquee, snorkeling o escursioni in battello.
La storia e l’importanza di Baia nel mondo romano
Fondata circa 2400 anni fa, l’area di Baia era originariamente un lago chiamato Baianus lacus, collegato alla terraferma da un canale lungo 200 metri. Nel corso dei secoli, questa zona si trasformò in un centro residenziale di lusso, scelto dall’aristocrazia romana fin dal II secolo a.C. per il suo clima mite, le acque termali e il paesaggio suggestivo. Tra i personaggi illustri che possedevano ville o soggiornavano a Baia si annoverano figure di spicco come Giulio Cesare, Cicerone, Pompeo Magno, Marco Antonio, e imperatori come Nerone, Caligola, Augusto, Tiberio, Claudio, Adriano e Alessandro Severo. Proprio per questa ricchezza architettonica e culturale, la città è stata definita anche “Piccola Roma”.
Il nome Baia potrebbe derivare da Bajus, il timoniere di Ulisse, secondo la tradizione. Tra le strutture più rilevanti, si possono ancora ammirare i resti delle ville patrizie, complesse terme pubbliche e private, e il porto commerciale, il Portus Julius, che rappresentava un importante snodo per le rotte marittime dell’epoca. Dal IV secolo d.C., Baia iniziò un lento ma inesorabile processo di abbandono a causa del fenomeno del bradisismo, un movimento tettonico che provoca l’abbassamento progressivo del suolo. Questo processo, tipico dell’area dei Campi Flegrei, fa sì che il terreno scenda di circa un centimetro all’anno, fino a portare la città a essere sommersa dal mare a una profondità variabile tra i 6 e gli 8 metri rispetto alla sua posizione originaria.
Il bradisismo, combinato con l’erosione marina e le emissioni vulcaniche della zona, ha plasmato l’ambiente naturale dei fondali, rendendo Baia un sito unico al mondo dove storia e natura si fondono. In particolare, la Secca delle Fumose, caratterizzata da esalazioni sulfuree che riscaldano l’acqua, rappresenta un fenomeno geotermico di grande interesse scientifico e naturale. L’accesso a Baia oggi è possibile attraverso immersioni o snorkeling, che permettono di osservare un patrimonio archeologico straordinariamente conservato a soli 5 metri di profondità. Tra i reperti più affascinanti vi sono mosaici policromi, affreschi, sculture, colonne e tracciati stradali, ancora visibili in un contesto marino popolato da anemoni e stelle marine.

Tra i monumenti sommersi spiccano:
- Le tre sale rotonde con tetto a cupola emisferica, note come Tempio di Mercurio, Tempio di Diana e Tempio di Venere, che in realtà erano sale termali e non luoghi di culto;
- Il ninfeo di Punta Epitaffio, una sala per banchetti arricchita da numerose statue, alcune delle quali oggi conservate nel Museo Archeologico dei Campi Flegrei, dove è stata ricostruita l’atmosfera originaria;
- La villa dei Pisoni, appartenente a una delle famiglie più influenti del Senato romano, dove si possono ancora ammirare il colonnato, la zona termale con mosaici colorati e i piloni frangiflutti a protezione dalle mareggiate;
- Le terme del Lacus, con splendidi pavimenti a mosaico e superfici marmoree decorate con motivi geometrici di varie forme e colori;
- La villa “a protiro”, caratterizzata da un giardino porticato, ambienti con pavimentazioni marmoree e botteghe affacciate sulla strada che conduceva all’ingresso monumentale delimitato da due colonne e un timpano.
Oltre agli edifici pubblici e privati, è possibile osservare resti relativi al porto commerciale e alle infrastrutture marittime, testimonianza dell’importanza strategica di Baia nel Mediterraneo antico. L’area marina protetta che include Baia si estende anche verso la costa di Pozzuoli, offrendo un’esperienza unica che coniuga archeologia, natura e attività subacquee, con un patrimonio archeologico sommerso tra i meglio conservati al mondo. Il poeta latino Orazio celebrò Baia con queste parole, oggi incise sulla lapide all’ingresso del sito: “Nullus in orbe sinus Baiis praelucet amoenis”, ossia “nessuna insenatura al mondo splende più dell’ameno golfo di Baia”, un omaggio che sintetizza la bellezza e il fascino senza tempo di questa città sommersa.