L’insonnia e il sonno disturbato sono tra i problemi più diffusi tra le nuove generazioni, che anno dopo anni, dormono sempre peggio. Il sonno però, influisce sulla salute generale e delle pessime abitudini notturne posso avere gravi effetti, anche debilitanti, sulla quotidianità di tutti noi.
Spesso ci si affida a caffè ed energy drink per iniziare la giornata o per superare un momento di stanchezza senza cedere al richiamo di Morfeo. Ma se rimanere svegli può sembrare facile, addormentarsi e riposare correttamente possono essere molto più difficili da tenere sotto controllo, causando non pochi problemi.
Perché dormiamo male e come risolvere il problema
La caffeina è diventata un’abitudine quasi rituale per molti, un vero e proprio alleato contro la fatica, da assumere più volte durante il giorno. A lungo andare, però, il troppo caffè genera non pochi problemi e quelli legati all’intestino e alla digestione sono solo la punta dell’iceberg.

Un recente studio ha messo sotto la lente di ingrandimento proprio questo aspetto, ovvero come la caffeina influenza il cervello durante il sonno. I ricercatori hanno scoperto che assumere caffeina nelle ore precedenti il riposo notturno può attivare il cervello in modo anomalo, interferendo con la qualità del sonno.
Per arrivare a queste conclusioni, un gruppo di scienziati ha monitorato l’attività cerebrale di 40 adulti sani con un encefalogramma mentre dormivano. Ogni partecipante è stato osservato in due diverse notti, iniziando con chi aveva assunto caffeina da una fino a tre ore prima di andare a dormire
L’altro gruppo campione aveva invece assunto solo un placebo, che quindi non avrebbe influito direttamente sulla qualità del sonno dei partecipanti a livello puramente biologico. Per quello che riguarda gli effetti, i dati raccolti mostrano un aumento della complessità dei segnali cerebrali nella notte in cui era presente la caffeina.
Sembrava interessata la fase REM e proprio questa parte del sonno è cruciale per la memoria e il recupero cognitivo, permettendo al cervello di “riposare”. La caffeina sembra disturbare questa fase, riducendo le onde lente tipiche del sonno profondo e aumentando le onde beta, quelle legate allo stato di veglia.
Insomma, il cervello resta più sveglio e reattivo, anche a letto, una condizione positiva durante il giorno, ma non certo ideale per il riposo notturno. Gli effetti, però, non sono uguali per tutti e i giovani tra i 20 e i 27 anni sembrano più sensibili alla caffeina .
Durante la fase REM, quella in cui sogniamo, i più giovani mostrano un’attività cerebrale più “accesa”, la ragione sarebbe nella quantità di recettori per l’adenosina. Si tratta della molecola che induce la sensazione di stanchezza, i giovani ne hanno di più, quindi la caffeina ha un effetto più marcato nel bloccarli.