Il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) per i comparti Istruzione, Università e Ricerca potrebbe portare importanti novità per il personale scolastico, tra cui l’introduzione dei buoni pasto.
Questa misura, da tempo sostenuta da diverse sigle sindacali, è al centro del dibattito in vista dell’incontro fissato con l’Aran per il 26 giugno 2025.
Il ruolo dei buoni pasto nel nuovo contratto per la scuola
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief, il riconoscimento dei buoni pasto per il personale della scuola rappresenterebbe “un passo significativo”, soprattutto perché attualmente i lavoratori della conoscenza e della ricerca pubblica non hanno accesso a questo beneficio, a differenza di altri dipendenti della pubblica amministrazione. Pacifico sottolinea come questa misura non debba essere vincolata a criteri di presenza fisica o a un orario lavorativo minimo, ma piuttosto inquadrata come un elemento di welfare generalizzato, valido per docenti, personale ATA ed educatori, indipendentemente dal tipo di contratto o modalità di lavoro (in presenza o in smart working).
L’introduzione dei buoni pasto andrebbe quindi a colmare una disparità storica nel trattamento economico e contrattuale all’interno del comparto scolastico, migliorando le condizioni lavorative di migliaia di operatori dell’istruzione. Anief ha rilanciato anche la proposta di impiegare le risorse economiche disponibili, pari a circa 300 milioni di euro, non solo per i buoni pasto ma anche per incrementare il salario accessorio di docenti e personale ATA, soprattutto per i precari neo-assunti. Il sindacato ha evidenziato l’opportunità di utilizzare i risparmi derivanti da alcune voci di spesa non attivate, tra cui:
- 114 milioni di euro legati ai profili professionali ATA non ancora attivati;
- 40 milioni destinati alla formazione incentivante per figure come il vice-dirigente scolastico, che attualmente non percepisce più l’indennità di reggenza;
- 100-200 milioni per la valorizzazione complessiva del sistema scolastico;
- 15 milioni di risparmi sul dimensionamento da destinare agli ex DSGA (Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi).
Questi fondi potrebbero quindi essere redistribuiti per sostenere un miglioramento economico e contrattuale più equo e strutturato. Oltre agli aspetti economici, il sindacato pone l’accento sulla necessità di affrontare con urgenza il tema del reclutamento del personale ATA e docente. Pacifico ribadisce l’importanza di una riforma che introduca un doppio canale di reclutamento, una misura considerata indispensabile per garantire stabilità e continuità al sistema scolastico nazionale.
Il Governo è chiamato a dimostrare un impegno concreto, trovando ulteriori risorse per colmare il divario rispetto agli altri comparti della pubblica amministrazione. Solo così sarà possibile avvicinarsi a un accordo soddisfacente entro i prossimi incontri con l’Aran. L’attenzione a questi temi si inserisce in un contesto più ampio di riforma del lavoro pubblico nel settore educativo, dove la valorizzazione delle professionalità e il miglioramento delle condizioni contrattuali rappresentano obiettivi strategici per garantire qualità e stabilità al sistema scolastico italiano.