Society
di Marcello Farno 26 Maggio 2016

Esistono uomini che adorano travestirsi e vivere come cani

Indossano maschere e collari, giocano con ossi di gomma, mangiano dalla ciotola, abbaiano, scodinzolano e fanno pipì sui pali della luce. Channel 4 racconta le loro storie

documentario uomini che vivono come cani The Guardian - Tra dei protagonisti del documentario di Channel 4 – Foto: Richard Ansett / Channel 4

 

Perché limitarsi ad avere un cane, quando si può essere un cane? Comportarsi come il migliore amico dell’uomo e replicare in tutto e per tutto il suo modo di vivere, sfera sessuale compresa? Perché non assumere, per quanto possibile, gli atteggiamenti e le sembianze di animali domestici? Secret Life of the Human Pups è il titolo del documentario andato in onda ieri sera su Channel 4 che racconta proprio questa storia. Uno sguardo ravvicinato e intenso al mondo del puppy play, movimento nato al di fuori della comunità BDSM ed esploso negli ultimi 15 anni.

Chi sono? Secondo Channel 4 sarebbero 10mila nella sola Inghilterra, e l’identikit dice maschi, gay e amanti del latex. Cosa fanno?

Indossano maschere e collari, giocano con ossi di gomma, mangiano dalla ciotola, abbaiano, scodinzolano e fanno pipì sui pali della luce: imitano insomma in tutto e per tutto il comportamento di un cane.

 

 

Uno dei protagonisti del documentario è Tom aka Spot. Di giorno lavora come ingegnere in un teatro, di sera indossa la sua tuta e la maschera da dalmata e si trasforma in un cucciolo pronto a ricevere e a dedicare attenzioni al suo padrone. “È molto più di un semplice gioco” – racconta a The Guardian – “Lo faccio con molta naturalezza“. Spot è stato tra l’altro tra i partecipanti della Mr Puppy Europe Competition di Anversa, una particolare competizione di bellezza riservata agli amanti di questa pratica non proprio consueta.

Nel documentario Tom spiega come la scoperta di questa passione sia avvenuta in maniera graduale. Gli piaceva dormire con un collare, aveva un feticcio per l’abbigliamento aderente, finché ha trovato un costume da dalmata e ha deciso di abbracciare questo mondo. La cosa ha avuto le sue ripercussioni: Tom ha rotto con la sua ex compagna e ha iniziato ad avere una relazione con un uomo, Colin, che ha assunto da subito nei suoi confronti il ruolo di padrone.

 

documentario uomini che vivono come cani The Guardian - Spot, uno dei protagonisti del documentario di Channel 4 insieme alla sua ex fidanzata – Foto: Richard Ansett / Channel 4

 

Ho iniziato a chiacchierare con Colin online e lui si è gentilmente offerto di prendersi cura di me. È una cosa un po’ triste da dire, ma non credo che lui sia innamorato. Ma ho comunque una persona che mi sta accanto e sono felice di questo“. David lavora invece in università e ritiene che questo gioco rappresenti, soprattutto per lui, una fuga dal mondo iper-razionale del quotidiano: “Per me occupa uno spazio emotivo molto istintivo. All’interno di ogni cucciolo c’è una persona, non bisogna dimenticarlo“. David racconta come diventare un pup player lo abbia anche allontanato da certi atteggiamenti sconfortanti della scena gay: “Mi diverto molto a vestire questi panni, per me è un gioco, e provo un sacco di piacere a stuzzicare le persone, a farle ridere quando sono in giro“.

Se qualcuno viene vicino al mio padrone ringhio come un piccolo bull terrier” – aggiunge – “rappresento in pieno l’archetipo del cane fedele al proprio compagno“. Poi, naturalmente, c’è il sesso. Che però non è sempre l’elemento portante, come precisa un altro protagonista del video, Kaz: “La gente pensa che il nostro scopo è avere esclusivamente rapporti sessuali. Mi hanno anche fatto delle domande terribili, come se mi piacesse fare del sesso con i cani. Con i membri del mio club passiamo un sacco di tempo insieme a casa vestiti da cani. Siamo in nove e il mio compagno è il nostro padrone. C’è un grande senso di famiglia e di appartenenza, siamo lì per prenderci cura l’uno dell’altro“.

Tutto quello che vogliamo è che la comunità puppy inizi ad essere accettata nella stessa maniera di quella gay, etero, bisex o trans” – sottolinea in chiusura di documentario Tom – “Non causiamo sicuramente dolori o problemi. Siamo proprio uguali qualsiasi altra persona sulla strada“.

 

FONTE | The Guardian

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