Society
di Stefano Disastro 4 Dicembre 2012

The [Im]possible Living project: mai più case vuote

Scovo questo progetto a caso, come al solito, seguendo chissà quali link, come la vita che fa dei giri e rigiri strani, con un senso dell’umorismo tutto suo diciamo così, e quello che trovo mi colpisce subito molto, tanto che mando un’email per dire ‘bravi’ e da lì parte l’invito per un caffè (prossimamente).
Sto parlando di The [im]possible Living.

Quello che potrebbe sembrare una vera e propria manna dal cielo per squatter e occupatori-centrisocialai (si dice ‘liberatori di spazi’!) di professione, è in realtà una startup molto seria fondata nel gennaio 2011 da un’architetto e un ingegnere informatico, Daniela Galvani e Andrea Sesta, a cui si sono aggiunti nei mesi successive altre professionalità (come da manuale della perfetta startup). Quello che ci ha colpito molto qui a Dailybest è la potenzialità enorme (oltre alla carica sovversiva) che un progetto come The [im]possible Living ha. Obiettivo? Mappare tutti gli edifici sfitti o abbandonati d’Italia, renderli visibili, raccogliendo i contributi di tutti (stupendo che esiste anche una comodissima e ben fatta app per il mobile), innescare connesioni e reazioni e riportare a (nuova) vita spazi che nella maggior parte dei casi urlano ‘vergogna’. Trovare risorse e sviluppare risposte creative dove al momento c’è solo grettezza e oblio.

Come scrivono nel loro comunicato stampa

“[im]possible living è un sito web dedicato agli edifici abbandonati di tutto il mondo e fornisce servizi alle persone che su scala locale cercano di sollevare, discutere e, potenzialmente, risolvere in maniera creativa problemi di questo genere.

Si tratta di una giovane start-up, che nasce nel Gennaio 2011 dal desiderio di rivalutare il patrimonio mondiale degli edifici abbandonati, in contrapposizione al continuo e costante consumo di territorio cui assistiamo in buona parte dei paesi del mondo, dove vengono costruiti in continuazione nuovi edifici che in gran parte rimangono vuoti: la chiave di volta per la soluzione del problema sta nel vedere gli edifici abbandonati come una risorsa da valorizzare e non come un problema da dimenticare, o peggio ancora, da nascondere.

Il web è il naturale territorio di [im]possible living, in quanto rappresenta l’unica realtà in grado di mettere insieme la massa critica necessaria ad affrontare il problema dell’abbandono nella sua interezza (solo in Italia si stima che gli edifici abbandonati siano più di 2 milioni).
Il nostro punto di partenza è stato proprio constatare che esistono moltissimi individui che si sono impegnati in progetti di questo tipo, mappando aree più o meno grandi, aggregando community e coinvolgendo enti pubblici e privati. Ogni realtà locale ha un suo sito, una sua community, che devono essere realizzati e promossi: tutto questo lavoro richiede tempo e capacità che non tutti hanno, oltre a rendere il mondo dell’abbandono una realtà molto destrutturata, che non riesce “a fare sistema”.

Noi vogliamo essere degli enabler ed eliminare gli scogli che possono ostacolare la realizzazione di progetti di riqualificazione durante l’intero ciclo di vita del progetto, dalla mappatura fino alla costruzione. E’ un obiettivo ambizioso, ma ci crediamo molto e stiamo investendo tutto su questo sogno! “

Tutto chiaro? Riassumo: 2 milioni di edifici sfitti che aspettano solo la vostra energia, le vostre idee e le vostre bestemmie per combattere contro la Burocrazia Italiana. Ma non temete, il team di [Im]possible Living è da oggi al vostro fianco, pronto a darvi forza e proteggervi e prendersi cura di voi (capito?)

Fatevi un giro: www.impossibleliving.com

 

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