Il settimanale della diocesi di Trieste, Vita Nuova, ha infatti preso le difese delle varie case vacanze e alberghi che questa estate si sono rifiutati di ospitare coppie omosessuali e di tutta risposta ha dichiarato che per consentire la discriminazione dei gay basterebbe affittare le camere doppie solo a chi presenta regolare certificato di matrimonio.
Tutto vero, purtroppo.
“Se proprio devo essere sincero fino in fondo, io sarei più duro ancora di quegli albergatori che non vogliono le coppie gay in casa loro. Io chiederei il certificato di matrimonio, altrimenti niente stanza. Vadano da un’altra parte. I soldi non sono tutto nella vita.”
L’articolo mette in relazione gli alberghi gay free e quelli Children Free, senza bambini, che vanno di moda in questo momento, per consentire agli adulti il relax, e parla di discriminazione in atto nei confronti dei bambini.
Scandalo gay quindi, ma non solo. Per la diocesi infatti, è un gran peccato anche se una giovane coppia eterosessuale decide di affittare una camera doppia.
“Un tempo – ormai molti anni fa – gli alberghi verificavano se uomo e donna che chiedevano insieme una camera fossero sposati. Anche gli alberghi, un tempo, avevano una dignità. C’era anche gli alberghi “a ore”, ma proprio per distinguersi da questi, gli alberghi seri davano le stanze solo a coppie sposate. I gestori avevano un senso morale e non intendevano incentivare la promiscuità fine a se stessa. Oggi si va negli alberghi, in montagna o al mare, e si vedono coppie giovanissime, eterosessuali intendiamoci, però piuttosto precoci. A loro nessuno chiede nulla: hanno di che pagare? questo basta.”
Un pensiero, quello della Diocesi di Trieste, che ha trovato appoggio telefonato da parte dell’organizzazione di estrema destra Provita Onlus, che ribadisce l’importanza della famiglia “tradizionale” contro tutte le altre unioni che non hanno come fine ultimo quello della procreazione.
Non commentiamo ulteriormente queste esternazioni, per noi si qualificano da sole. Italia, 2017, a che serve studiare il Medioevo a scuola se poi basta aprire le finestre per trovarselo sotto casa?