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di Simone Stefanini 12 Aprile 2016

I 10 videogiochi più difficili di tutti i tempi

Dalla sala giochi allo smartphone: certe volte i programmatori di videogiochi sono proprio dei bastardi

qwyeafbhkjaskjd via - Una schermata sempre frequente

 

Ogni vero videogiocatore si sente un Highlander, un immortale, perché in verità è morto tante di quelle volte in game da avere acquisito una specie di corazza fotonica che gli impedisce ogni male. Chi ha 30 anni o più, ricorda con nostalgia i videogame arcade delle sala giochi, veri e propri templi pagani dell’aggregazione e del divertimento. A son di gettoni, ognuno tentava conquistare la gloria da parte della sua comitiva (oppure l’effimera gioia solitaria) tramite l’apposizione delle 3 lettere del proprio nome nella classifica finale del giochino preferito. Manco a dirlo, il più delle volte si tornava a casa senza più paghetta e con il nervoso, per aver preso a calci la struttura di legno che ospitava il videogame più difficile dell’universo.

 

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Con l’avvento delle console domestiche la storia non è cambiata, anzi. Prima le varie Atari e Intellivision per poi passare ai giochi su PC che caricavano in un’ora a causa della cassetta a nastro. Siamo morti un sacco di volte. Col SEGA, il Nintendo, la Playstation, la X Box, la Wii, il Game Boy e oggi con quelli direttamente su smartphone. Certo, magari il videogame è meno aggregativo di una volta, o meglio, lo è in un modo diverso, vedi quelli online in cui i 13enni ti trattano da stronzo se sbagli una mossa.

Di sicuro c’è che alcuni giochi sono decisamente difficili, per non dire impossibili, a causa di programmatori giapponesi o americani che incattiviti dalla permanenza alla scrivania per un orario infinito, hanno deciso di sfogare la propria frustrazione sui poveri gamer, che passivi accettano il loop muoio-ci riprovo finché il cervello non gli va in corto circuito e addio.

Eccone 10 che potreste provare, se avete deciso di diventare pazzi.

 

10) Super Meat Boy (2010 – Team Meat)

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La difficoltà principale sta nella fretta di esecuzione. Devi giocare a una velocità spaventosa e quando muori, non c’è un momento di pausa, il gioco riparte subito, facendoti verosimilmente morire ancora. E ancora. E ancora. Si parla pur sempre di un ragazzo di pixel triturato da orrende lame chiodate.

 

9) Contra (1987 – Konami)

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Uno dei leader dell’esaurimento nervoso vintage. Nel gioco siamo nel 2633 e noi impersoniamo dei soldati che devono combattere contro un gruppo di alieni. Oltre a sparare, devi anche puntare col mirino, una cosa di una difficoltà folle. Le 3 vite di partenza in sala giochi te le spendevi in nemmeno un minuto.

 

8) Flywrench (2015 – Messhoff)

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Il set è decisamente minimal:  devi guidare un’astronave fatta di due pixel quadrati in alcune piste e settori tutti spigolosi. Detta così sembra una gita di salute e invece non si fa altro che morire in mezzo a quelle linee colorate.

 

 

7) Weaponlord (1995 – Visual Concept)

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Il picchiaduro che doveva ridefinire gli standard del genere. Il fatto è che i suoi comandi erano un complicatissimo insieme di combo in cui per vincere avresti dovuto essere un perfetto suonatore di piano. Anche i nemici erano di certo più forti del normale e in sostanza, picchiavano duro solo te.

 

6) The Simpsons (1991 – Konami)

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Il gioco dei Simpson era un atto d’amore non indifferente alla serie tv di Matt Groening. C’erano un sacco di personaggi e pure caratterizzati molto bene, per il tempo. L’intelligenza artificiale dei nemici però era troppo alta il loro numero troppo abbondante, quindi davvero poca gente è riuscita a vederne la fine.

 

5) Time Crisis (1995 – Namco)

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Ricordo di averci speso un patrimonio, che oggi mi garantirebbe una cospicua pensione. Inserivo il gettone, prendevo la pistola e iniziavo a sparare all’impazzata ai nemici che avevo memorizzato da tutte le schermate in cui ero morto milioni di volte. Ricaricare era un dramma.

 

4) Mike Tyson’s Punch Out! (1987 – NES)

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A partire dal fatto, non proprio ottimistico, che Tyson era grosso almeno il triplo di te, quei bastardi dei programmatori hanno  pensato bene di far iniziare il gioco da capo ogni qual volta gli avversari ci avessero battuto, facendoci crepare il nervo e imprecare robe irripetibili.

 

3) Flappy Bird (2013 – iOS, Android)

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Nonostante sia disponibile negli store dei vostri smartphone nuovi, questo gioco ha una grafica da console a 8 bit. Giocarci è semplicissimo: dovete far evitare all’uccellino gli ostacoli. Peccato che quando non gli viene dato nessun comando, il pennuto si abbassa e cade verso il fondo. Una frustrazione unica.

 

2) Dark Souls (2011 – Fromsoft)

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Spettacolare, bellissimo, oscuro, mortale. La difficoltà delle imprese che dovrete portare a termine è al limite della sopportabilità umana. Poca trama, solo nemici da uccidere e ogni volta che sbagli, il tuo personaggio muore. Quando riesci a non trapassare per 5 minuti consecutivi ti senti un dio invincibile. Niente paura, capita molto di rado.

 

1) Ghosts’n’Goblins (1985 – Capcom)

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M-I-T-I-C-O. Personalmente ho speso tutto ciò che i miei avevano messo da parte per il college, pur di giocare a uno dei primi videogame horror in sala giochi. Credo, in 5 o 6 anni, di aver superato il primo schema solo una volta. I nemici arrivavano da ovunque, i power up potevano essere trappole e se qualche mago riusciva ad arrivare alla fine e non prendeva la sacra croce, dovevano rigiocare gli ultimi due livelli e combattere contro Satana in persona, a una difficoltà sempre più alta. Impossibile, eppure prossimamente ci riproverò.

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