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Home TV e Cinema

Perché Kyle MacLachlan avrebbe meritato la candidatura agli Emmy

by Simone Stefanini
13/07/2018
in TV e Cinema
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Perché Kyle MacLachlan avrebbe meritato la candidatura agli Emmy

Sono uscite le candidature agli Emmy 2018 e non possiamo non notare quanto Twin Peaks – The return sia stato snobbato dalla competizione. Nessuna nomination nei premi che contano, tranne un contentino a David Lynch per l’episodio 8. Ci sta, non è certo una serie che si è imposta al grande pubblico con un successo strepitoso, anzi, durante la messa in onda, molti spettatori si sono dichiarati delusi dal nuovo andazzo dello show, 25 anni dopo l’originale. Dall’altra parte, i fan l’hanno amata e ancora oggi, a un anno di distanza, elaborano teorie e condividono punti di vista sull’enigmatico finale.

 

 

Se le mancate nomination a Twin Peaks possiamo arrivare a capirle, ci sembra uno scandalo che Kyle MacLachlan non abbia ricevuto neanche una nomination per la sua interpretazione di 5 personaggi all’interno di Twin Peaks.

 

 

Kyle è stato l’anima e il cuore pulsante del revival della serie scritta da David Lynch e Mark Frost. Ha accettato di interpretare per quasi tutte le 18 ore di durata della serie tv, un sacco di personaggi spin off dell’Agente Cooper, quello che indagò sull’omicidio di Laura Palmer e che alla fine della seconda stagione di Twin Peaks finisce imprigionato nella Loggia Nera.

Lo ritroviamo 25 anni dopo a vestire i panni di Bad Cooper, uno spietato killer nato dalla scissione tra la parte buona e quella cattiva di Dale Cooper, ma anche la sua controparte Dougie Jones in due versioni differenti: quella grassa e viziosa (che muore subito) e quella solo buona, senza memoria, ai limiti del ritardo mentale eppure amabile. Solo alla fine torna ad essere il risoluto Agente Cooper che, indagando sui nuovi misteri, diventa un altro uomo che vaga alla ricerca di Laura Palmer in quello che sembra essere un universo alternativo.

 

 

Calmi, se non avete capito niente va bene così, d’altra parte un film surreale e criptico di 18 ore infarcito di misteri non è cosa da prendere alla leggera. Il punto casomai è un altro: Kyle MacLachlan è bravissimo ad interpretare tutti i ruoli assegnatigli e riesce a passare da un personaggio a un altro solo con un gesto o uno sguardo, rendendo tutti credibili senza strafare.

 

 

La nomination per miglior attore sarebbe stata doverosa per Kyle MacLachlan, attore feticcio di David Lynch per il quale ha girato, oltre a Twin Peaks, anche Velluto Blu, Dune e Fuoco Cammina Con Me. Un attore gentiluomo, versatile e bravissimo nel passare da ruoli enigmatici e misteriosi a quelli più tradizionali in film come The Doors, I Flinstones e in serie tv come Sex and the City, Desperate Housewives, Portlandia, How I Met Your Mother e Agents of S.H.I.E.L.D.S.

Un danno che si aggiunge alla beffa: Kyle non ha vinto neanche i Golden Globes 2018, in cui era stato nominato nella categoria per il miglior attore in una mini serie, categoria vinta da monoespressione Ewan McGregor per Fargo 3, in cui interpreta “ben” 2 ruoli grazie ai make up artist. Kyle brucia di vendetta ma mantiene sempre un aplomb talmente signorile che non possiamo non volergli bene e augurargli i migliori traguardi professionali.

 

 

Tags: david lynchnewsopinionipolemicaSceltitwin peaks
Simone Stefanini

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