Art
di Sandro Giorello 15 Dicembre 2016

L’armata di mostri urbani di Solomostry invade Milano

Lo street artist ci racconta dei suoi mostri che fanno brutto

Solomostry solomostry - Solomostry

 

Il prossimo martedì, 20 dicembre, presso la Don Gallery di Milano si terrà Krampus la nuova personale di Solomostry. Attivo da circa 10 anni, lo street artist realizza dei mostri piuttosto aggressivi e arrabbiati, e così traccia un collegamento diretto verso un tipo di intimità molto interessante. Come dice il testo introduttiva della mostra, “Solomostry ci vuole dimostrare che l’istinto che produce i graffiti è la volontà di violare i confini dello spazio pubblico solo e soltanto per una volta ancora”. L’abbiamo intervistato.

Breve presentazione: chi sei, quanti anni hai, da dove vieni?
Sono Solomostry e porto avanti la mia armata di mostri da circa 10 anni. Vivo a Milano, più precisamente tra via Padova e Lambrate.

Dove sei adesso? Descrivi la stanza in cui ti trovi
Mi trovo nel mio studio, dove vivo accerchiato dai miei mostri.

La prima cosa che hai disegnato e l’ultima
La prima cosa che ho disegnato è stato il muro di cinta delle vecchie acciaierie Falck, attualmente non più esistenti. Mentre oggi ho iniziato la murata di cinta di the Don Gallery, ovvero la galleria d’arte che ospiterà la mia imminente personale.

Hai dei rituali prima di metterti al lavoro e dopo aver finito?
Una volta si, ora no, perché non scherzo più con la sorte.

 

 

Qual è la tua tecnica preferita e perché?
La mia ricerca primaria è la linea che vado a tracciare, la quale deve risultare d’impatto e impulsiva. Per ottenerla mi rifaccio al mondo delle tag nei graffiti e di tutti gli strumenti e tecniche che si utilizzano per farle, come ad esempio spray, marker, rulli, pennelli, e strumenti creati apposta. Ultimamente prediligo gli spruzzini da giardinaggio caricati a vernice. Utilizzo molto anche la serigrafia per la riproduzione in serie.

Qual è l’errore che un artista non dovrebbe mai commettere?
Non ne ho idea perché sbagliando s’impara.

Che rapporto hai con le tue opere? Le vendi senza problemi o fai fatica a staccarti?
La vendita è per me un nuovo modo di staccarmi dai miei mostri. I mostri son sempre stati abituati ad avere una propria vita in strada, dove io li lascio a presidiare fino a quando la loro vita non finisce, fedeli ad uno scopo, quello di portare avanti la propria crew. Il valore di ogni singolo mostro è la durata dell’assedio, vendendoli acquistano un altro valore e di conseguenza un  nuovo padrone, non rispondendo più a me. La perdita di questo adepto servirà comunque a portare avanti la causa.

Se avessi un milione di euro, quale sarebbe la prima cosa che compreresti?
Tanto spazio.

Fai il nome di tre colleghi che secondo te meriterebbero di essere più conosciuti?
Guido Borso, Canedicoda, Loris Gentile.

Video stream

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