Il delitto di Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007, continua a suscitare interesse e dibattito a distanza di quasi due decenni dall’orribile omicidio di Chiara Poggi. Nuove e inquietanti scoperte emergono dalle indagini, alimentando un caso già complesso e intricato. L’ultimo elemento che ha riacceso i riflettori su questo omicidio è l’impronta papillare 33, rinvenuta vicino al corpo della giovane, che potrebbe rivelarsi cruciale per l’indagine attualmente in corso.
Questa impronta, rinvenuta sulla parete delle scale che conducono alla cantina della villetta di Garlasco, è di particolare rilevanza poiché risulta compatibile con quella di Andrea Sempio, un amico di Marco Poggi, il fratello di Chiara. L’importanza di questo indizio risiede nel fatto che l’impronta era stata precedentemente analizzata e ritenuta non identificabile, ma con l’avanzamento delle tecnologie forensi, è ora possibile attribuirla a Sempio, il quale ha sempre proclamato la sua innocenza.
L’impronta papillare e le nuove tecniche investigative
L’impronta papillare 33 è solo uno dei tanti tasselli che si aggiungono a un quadro già complesso. Infatti, la Procura di Pavia, sotto la direzione del procuratore aggiunto Stefano Civardi e delle pm Valentina De Stefano e Giuliana Rizza, ha deciso di riesaminare non solo questa impronta, ma anche altre tracce repertate all’epoca del delitto. Nel complesso, sono 56 le tracce raccolte nel 2007, molte delle quali considerate all’epoca prive di sangue e illeggibili. Tuttavia, il nuovo esame di queste evidenze ha portato a rivalutare la loro importanza. In particolare, l’impronta di Sempio è stata messa in relazione con quella del fratello di Chiara, creando un legame diretto tra il sospettato e la scena del crimine.
L’iter investigativo ha portato i pubblici ministeri a convocare Sempio, Alberto Stasi e Marco Poggi per audizioni separate. Sebbene Sempio non si sia presentato a causa di una questione procedurale, gli altri due hanno fornito risposte utili per il proseguimento delle indagini. Marco Poggi ha testimoniato sulla frequentazione della casa da parte di Sempio, un dettaglio che, sebbene non costituisca una prova diretta della sua colpevolezza, suggerisce che il sospettato avesse accesso alla proprietà e potesse trovarsi nella posizione di commettere il delitto. In questo contesto, è importante sottolineare che Sempio, all’epoca dei fatti, era un giovane poco più che maggiorenne, che frequentava assiduamente la casa di Chiara.
Questa conoscenza pregressa potrebbe giustificare la sua presenza in casa e la possibilità di lasciare impronte o tracce senza necessariamente essere il colpevole dell’omicidio. Un altro indizio significativo è il Dna estrapolato dalle unghie di Chiara, inizialmente considerato “anonimo”. Le analisi effettuate negli ultimi due anni hanno portato ad attribuire questo profilo a Sempio. Questo sviluppo ha fatto sì che i pubblici ministeri richiedessero un incidente probatorio, per confermare e approfondire ulteriormente l’analisi del Dna e dell’impronta papillare.
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Inoltre, tre chiamate sospette effettuate al numero fisso della famiglia Poggi, avvenute nei giorni immediatamente precedenti e seguenti all’omicidio, hanno sollevato ulteriori interrogativi. Sempio ha giustificato queste comunicazioni come tentativi di contattare Marco Poggi, per accertarsi se fosse già partito per le vacanze. Tuttavia, il tempismo e il contesto di queste telefonate sono considerati altamente sospetti dagli inquirenti, alimentando l’ipotesi di un coinvolgimento diretto di Sempio nella vicenda.
Ulteriori indizi riguardano anche la gestione di un presunto alibi da parte di Sempio. Un scontrino del parcheggio a Vigevano, datato il 13 agosto 2007, è stato consegnato agli inquirenti un anno dopo l’omicidio, suscitando sospetti su possibili manovre per precostituirsi un alibi. Questo elemento, insieme alla mancanza di coerenza nelle sue dichiarazioni, ha contribuito a formare un quadro accusatorio sempre più solido. La complessità di questo caso è accentuata dalla rete di relazioni e dalle dinamiche sociali che intercorrevano tra i vari protagonisti.
L’amicizia tra Sempio e Marco Poggi, insieme al contesto familiare e sociale di Garlasco, rende difficile disegnare un profilo chiaro del possibile movente. Gli investigatori sono ora chiamati a districarsi in un groviglio di indizi, testimonianze e relazioni, cercando di fare chiarezza su un delitto che continua a segnalarsi come uno dei più inquietanti nella cronaca italiana recente. Il caso di Garlasco, con i suoi sviluppi e le sue rivelazioni, rimane aperto e suscita un interesse costante, non solo per la gravità del reato, ma anche per le implicazioni psicologiche e sociali che porta con sé. La ricerca della verità, in un contesto così complesso, è una sfida che continua a coinvolgere non solo le forze dell’ordine, ma anche la società tutta, che si interroga e riflette su temi di giustizia, memoria e verità.