La fine dell’anno è da sempre il momento dei conti e delle prospettive. Si guarda indietro per capire come sono andate le cose e, allo stesso tempo, si prova a immaginare ciò che verrà. Sul fronte economico, gli ultimi anni hanno lasciato un segno profondo: l’aumento dei prezzi ha messo sotto pressione i bilanci familiari, costringendo molti a rivedere abitudini e priorità.
In questo contesto, il ruolo dei bonus e degli incentivi statali è diventato sempre più centrale, offrendo un sostegno concreto a chi si è trovato in maggiore difficoltà.
Il 2026 potrebbe rappresentare una svolta importante, soprattutto alla luce di una misura che promette di incidere in modo diretto sulle finanze di molte famiglie.
Si parla di un bonus da 720 euro, una somma che può arrivare direttamente sul conto corrente e che potrebbe fare la differenza in un periodo ancora segnato da incertezze. Capire a chi spetta e quali sono i passaggi necessari per ottenerlo diventa quindi fondamentale per non perdere un’opportunità che potrebbe rivelarsi decisiva per affrontare il nuovo anno con maggiore serenità.
Il 2026 potrebbe riservare opportunità da non perdere: ecco come funziona il bonus da 720 euro e a chi spetta
Il 2026 potrebbe essere un anno importante dal punto di vista dei bonus, in particolar modo uno del valore di 720 euro. Per molte madri lavoratrici il Bonus Mamme continua a rappresentare una boccata d’ossigeno in un contesto economico ancora segnato da rincari e incertezze.

La misura, pensata per alleggerire il peso delle spese familiari, resta al centro dell’attenzione anche in vista del 2026, anno che potrebbe segnare un rafforzamento significativo dell’agevolazione. La Legge di Bilancio in discussione prevede infatti un possibile aumento dell’importo mensile, che passerebbe dagli attuali 40 euro a 60 euro, con un beneficio annuo che salirebbe così a 720 euro.
Un incremento complessivo di 240 euro che, per molte famiglie, può incidere concretamente sull’organizzazione delle spese quotidiane.
Il bonus è rivolto alle madri lavoratrici, sia dipendenti, con l’esclusione dei rapporti di lavoro domestico, sia autonome iscritte alle gestioni previdenziali obbligatorie, comprese le casse professionali e la gestione separata INPS.
L’accesso alla misura è legato anche alla composizione del nucleo familiare e all’età dei figli, oltre a un limite di reddito annuo da lavoro fissato a 40.000 euro. L’obiettivo resta quello di sostenere chi concilia lavoro e genitorialità in una fase delicata della crescita dei figli.
Va comunque ricordato che l’aumento previsto per il 2026 non è ancora definitivo e potrebbe subire modifiche nel corso dell’iter parlamentare. Intanto l’INPS sta completando i pagamenti relativi al 2025, con accrediti concentrati a dicembre e visibili nei Fascicoli Previdenziali delle beneficiarie. Un passaggio che conferma la centralità del bonus e l’attenzione crescente verso le esigenze delle famiglie con figli.
