Art
di Gabriele Ferraresi 15 Febbraio 2016

Ai Weiwei ha utilizzato 14000 giubbotti di salvataggio dei migranti per un’installazione a Berlino

Migliaia e migliaia di canotti e salvagente ornano le colonne della Konzerthaus berlinese

Ai Weiwei a Berlino Konzerthaus Berlin - Le colonne della Konzerthaus di Berlino coperte di giubbotti salvagente

 

L’artista cinese Ai Weiwei da tempo è molto critico rispetto alla gestione europea dell’emergenza rifugiati, e l’ultima sua installazione a Berlino prosegue su questo filone: le colonne della Konzerthaus di Berlino sono state infatti ricoperte da giubbotti salvagente. Una rappresentazione simbolica della disperazione dei migranti, costretti ad affrontare il mare in cerca di una nuova vita, spesso in fuga dalla guerra.

Non è la prima volta che Ai Weiwei affronta il tema, cui non da oggi è molto sensibile: da tempo infatti lavora sull’isola greca di Lesbo per un progetto più complesso, sempre relativo alle vite dei migranti, con la costruzione di uno studio nell’isola approdo e punto di svolta per migliaia e migliaia di rifugiati.

In passato Ai Weiwei aveva spiegato che “Come artista sento di dovermi confrontare con le difficoltà dell’umanità, non riesco a tenerle separate dalle mia arte (… )La frontiera non è a Lesbo, è nelle nostre teste e nei nostri cuori“, e aveva realizzato performance anche molto discusse, come quando aveva posato per una foto nella stessa posizione in cui era stato trovato Aylan, il bambino siriano affogato e ritrovato sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia.

Proprio stasera alla Konzerthaus di Berlino sarà in programma Cinema for Peace, manifestazione parallela alla Berlinale, in cui verranno premiate pellicole che si sono distinte per l’impegno sociale.

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