Musica
di Lucrezia Costantino 9 Novembre 2020

Addio a Stefano D’Orazio dei Pooh: cinque album per ricordarlo

Ci ha lasciato all’età di 72 anni uno dei batteristi più importanti della musica italiana

Stefano D’Orazio ci ha lasciato lo scorso 6 novembre, aveva 72 anni. Storico batterista dei Pooh dal 1971 fino al 2009, è stato uno dei batteristi più importanti della storia della musica italiana. D’Orazio non era solo un batterista ma anche paroliere e cantante. Oltre agli anni con i Pooh, vanta anche progetti da solista e ha scritto testi per alcuni musical come Pinocchio (2010) di Saverio Marconi. Per ricordarlo, abbiamo scelto cinque tra gli album più importanti della band bolognese.

Parsifal (1973)

Sesto album dei Pooh e il primo con il bassista Red Canzian al posto di Riccardo Fogli. Preceduto dal singolo Io e te per altri giorni, il disco è stato inserito nelle classifiche dei cento migliori album italiani secondo Rolling Stone. Caratterizzato da un’estesa parte strumentale, Parsifal è uno dei primi album maturi della band poiché si è discostato dalle tematiche adolescenziali trattate in precedenza.

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Boomerang (1978)

Dal punto di vista musicale, Boomerang è uno degli album più ritmati dei Pooh. Anticipata dal brano Cercami/Giorno per giorno, il disco narra vicende diverse tra loro come la solitudine dei giovani militari di leva, le atmosfere nelle manifestazioni femministe degli anni Settanta e tratta anche tematiche storiche come la trasvolata oceanica di Charles Lindbergh dall’America alla Francia.

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Alessandra (1972)

Primo album con Stefano D’Orazio e ultimo con Riccardo Fogli, reduci dal successo di Opera Prima (1971), l’album contiene la famosa Noi due nel mondo e nell’anima. Il disco contiene diverse ballad infatti viene considerato come l’album meno rock della storia dei Pooh.

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Rotolando respirando (1977)

L’uscita del disco coincide con un momento storico importante per la storia della musica: la nascita del punk. Inizialmente l’idea di questo era di creare un concept album ispirato alla nascita del nuovo genere che pian piano si stava formando in Italia. Il brano lanciato è stato Dammi solo un minuto, scritto da Roby Facchinetti e Valerio Negrini.

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Uomini soli (1990)

Uomini soli ci ricorda solo una persona: Paolo Bitta di Camera Cafè mentre si diletta a cantare questo brano storico dei Pooh. Con il brano, che poi ha dato il nome all’album, la band ha vinto il Festival di Sanremo nel 1990. Il disco ha resistito per dieci mesi nella hit parade risultando il ventitreesimo più venduto di quell’anno.

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