Musica
di Simone Stefanini 27 Ottobre 2017

Fedez e J-Ax hanno scritto la canzone più brutta mai sentita

Il nuovo singolo “Sconosciuti da una vita”, presentato a X Factor nel primo live rischia di essere la peggior esibizione di sempre

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X Factor 2017, edizione numero 11, primo live. I giudici sono Manuel Agnelli, Levante, Mara Maionchi e Fedez. I cantanti in gara tentano di dare il meglio di sé, qualcuno ci riesce , altri meno, non è una novità.

Il primo super ospite dello show è un duo che coniuga rap e melodia, formato dall’ex Articolo 31 J-Ax (Alessandro Aleotti) e dallo stesso giudice Fedez (Federico Lucia). Il primo ha 45 anni, il secondo 28 anni, insieme danno vita a un super progetto intergenerazionale, una all stars del rap in italiano di prima e seconda (se non terza) generazione. Quello diretto discendente degli anni ’80 di Jovanotti, che negli anni si è contaminato col pop, il rock ed è arrivato alle soglie della trap.

 

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Il loro album Comunisti col Rolex è diventato uno dei più grandi successi commerciali di quest’anno, ha ottenuto circa 18 dischi di platino ed è diventato uno dei caposaldi del pensiero populista, già dal titolo. Un album a cui è stato aggiunto un indispensabile singolo uscito ieri sera, giusto dopo la loro esibizione live a X Factor, che andrà ad aggiungersi al brillante canzoniere cripto reazionario di Comunisti col Rolex: Sconosciuti da una vita. La canzone ha già raggiunto il primato di esser eleggibile come pezzo più brutto mai scritto, fortunatamente unito all’ambito record di essere l’esibizione peggiore mai vista sul palco di X Factor in 11 anni di show.

J-Ax si presenta sul palco con la consueta attitudine da padrino del rap, Fedez invece sembra suo nipote, parte in disparte, vestito da pilotino spaziale, gote rosse, voce tremula e inizia a cantare lui. Canta, non rappa e il problema del fallace autotune si fa subito sentire, infatti il ragazzo Federico non prende una nota che sia una, ma non è neanche quello il problema, d’altronde entrambi si parano il culo da sempre cantando di non saper cantare.

Le parole sono importanti, gridava Nanni Moretti e in questo caso lo sono ancora di più, poiché ti ghermiscono coi loro tentacoli da Kraken e ti fanno sprofondare nell’abisso della mediocrità assoluta, del senza pretese pretenzioso, della storia da sempre social di Fedez e Chiara Ferragni che viene descritta un po’ così:

“Ti chiedo una foto si ma non è per me” Poi ti insulto tanto per farci su due chiacchiere. Citazioni su Baudelaire, anche se non so chi è, sono poco docile, non ho il sangue nobile, so che qui chi ti disprezza compra i followers. Comunque vada cara (o Chiara n.d.r.) tu sei la mia Intifada Comunista con il Rolex di Rifondazione Prada.”

 

 

Bene, mentre ci concentriamo per evitare di udire le capriole nella tomba di Gramsci, Baudelaire e di tutte le maestre elementari defunte, ci lasciamo cullare dalla parte di Ax:

“Troppa gente pensa che sia sempre in ferie si fa viaggi strani, io più conosco esseri umani più amo gli animali.”

A quel punto siamo a un passo dall’utilizzare formule originali tipo “Non ci sono più le mezze stagioni” o “Come si caga a casa propria non ce n’è”, ma è nel pezzo cantato insieme che entrambi trascendono, dando il meglio della loro arte:

“Io non so cantare, non trovo la nota giusta, ma trovo la giusta nota vocale da mandare a te. So che ci conosciamo da poco ma mi sembra che ti conosco da sempre, ma non ti ho mai capita, è meglio così: sconosciuti da una vita.”

 

 

Già li vedi, tutti gli ex concorrenti di X Factor a cui sono state tarpate le ali dopo esser stati affidati a vocal coach, esperti d’immagine, maestri di danza, truccatori delle dive, dopo aver dovuto cantare classici di Marcella Bella o eseguire versioni acustiche dei Rammstein vestiti da lampadina, dopo aver dovuto subire il giudizio dei giudici, quello dei pubblico e la propria vocina interiore che diceva “se questa cosa va male facciamo una figura di merda in tutta Italia e dobbiamo cambiare mestiere”, ascoltare due uomini adulti sul palco che stonano di sentimenti come neanche Massimo Di Cataldo a 15 anni, con frasi rubate dai commenti su Facebook che prendono più like, rappresentare il meglio del paese, ciò che vende di più. La sentite la fragorosa bestemmia collettiva? Noi sì, nitidamente.

 

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