Musica
di Marco Beltramelli 30 Luglio 2021

I migliori album della settimana

Una breve selezione delle migliori uscite italiane e internazionali degli ultimi 7 giorni (più o meno)

Brittany Howard – Jaime Reimagined

Certo, Brittany Howard, in quanto cantante degli Alabama Shakes, ha avuto un po’ la strada spianata, ma questo non sminuisce l’immenso valore artistico del suo primo album solista. Se Jaime, uscito nel 2019, ha continuato il naturale percorso di contaminazione della musica black caratteristico della band di Athens, arricchendolo con le sfumature che sola la libertà dettata dalla solitudine può garantire, questa nuova versione re-immaginata lo estremizza reinterpretando le tracce con nomi del livello di Bon Iver e Childish Gambino. Mica male.

Gabriele Vollaro

Emis Killa – Keta music Vol. 3

Il primo volume di Keta Music, uscito nel 2009, ha segnato la definitiva affermazione del rap di strada nelle classifiche italiane: l’esplosione di Emis Killa era la controprova che il lavoro svolto negli anni precedenti dai Club Dogo era valso qualcosa. Il rapper di Vimercate, nel corso della sua carriera, ha commesso dei passi falsi, probabilmente si è trovato catapultato nelle logiche di un mondo, quello discografico, che non lo riguardavano, ma i dischi d’oro e le canzoni sdolcinate non ne hanno scalfito la street credibility. 11 tracce e 10 featuring tra vecchia e nuova scuola (Jake La Furia, Madame, Massimo Pericolo, Lazza), il terzo volume della saga, come al solito, mette in mostra il lato più sfacciato, forse crudo, ma sicuramente più genuino di Emis che, superati i 30, ha imparato a gestire il successo e non ha più paura di togliersi macigni dalle scarpe.

Marco Beltramelli

Arushi Jain – Under the Lilac Sky

Quando parte Under the Lilac Sky non puoi fare altro che alzare le braccia e lodare il sole, o la luna casomai fosse notte. Già perché il lavoro di Arushi Jain, dal punto di vista squisitamente compositivo, è semplicemente eccezionale. Una sapienza rara nel mescolare echi digitali di un mondo perduto, eppure ancora futuristico con i suoni e i rimandi alla tradizione della sua terra, un’India più evocata che conosciuta de visu e forse per questo ancora più affascinante. C’è un non so che di sacrale in quest’album: se avete un buon impianto stereo vi consiglio di tutto cuore di lasciarlo fluire naturalmente, e a buon volume, dalle casse per godere a pieno la magia dell’estate anche in città.

 Mattia nesto

 

 

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