Society
di Simone Stefanini 23 Gennaio 2018

La crisi esistenziale di chi vota a sinistra nel 2018

sinistra elezioni 2018 dagospia

 

Mettiamo che sia un italiano medio, acculturato il giusto per saper usare il congiuntivo e capire un testo dopo averlo letto. Mettiamo quindi che sia una grande percentuale del paese, quella nata sotto una cattiva stella, senza la sicurezza di chi alle elezioni politiche del 4 marzo ci andrà in pompa magna, con la fierezza di chi ha già deciso 5 anni fa chi votare per togliere l’Italia dall’impiccio dei politici, della casta, degli immigrati, delle lobby gay, delle banche, dei vescovi, dell’Euro (ah no, quello ora va bene). Mettiamo quindi che io sia un elettore di centro sinistra e che sia rimasto un po’ alla old school: valori di un certo tipo: lavoro, diritti, uguaglianza, accoglienza, solidarietà, futuro, partita iva, bestemmie. Esisto, vivo, respiro e ho il diritto di voto, che intendo esercitare.

Eh, la fate facile. Quest’anno sono arenato. Non mi va neanche di stare a commentare chi c’è dall’altra parte, quella che vincerà, perché di parti in realtà ce ne sono due, una più pericolosa dell’altra. L’avrete capito, non sono un drago in politica, sono uno dei tanti. I dibattiti spesso mi annoiano ma li guardo lo stesso, tento di informarmi al meglio che posso, poi capita una qualunque cosa che mi fa cadere le braccia e per una settimana-quindici giorni preferisco guardare Netflix piuttosto che imbattermi nella campagna elettorale. Non è che non ci credo più, per me i politici sono sempre importanti, anche perché se dovessi ricoprire io un incarico di potere non saprei da che parte rifarmi. Ho qualche problema a capire com’è che dopo la morte di Berlinguer, quelli che votano a sinistra lo fanno un po’ come a turarsi il naso, a scegliere il male minore mentre gli altri sembrano noleggiare le auto truccate di Pimp My Ride per recarsi in cabina elettorale, tronfi delle proprie convinzioni.

Stiamo sul pezzo: chi voto alle elezioni politiche del 2018? Sono arrivato al punto di amare Gentiloni, che zitto zitto ha governato l’Italia meglio di tanti suoi predecessori illustri, e adesso che deve sgombrare ho dei seri problemi. Col Rosatellum, che è il sistema di voto di quest’anno, di partiti ne sono spuntati come funghi sui piedi dopo aver fatto la doccia in palestra senza ciabatte, e ciò contribuisce ad alimentare la mia confusione.

So che nell’area di centro sinistra ci sono il PD di Matteo Renzi, inossidabile come le pentole di Mastrota, quello che se avesse perso il referendum avrebbe lasciato la politica, quello con meno di 16mila euro sul conto in banca, quello che se ci avesse messo meno la faccia ci avrebbe fatto un favore enorme. Ho già votato molte volte PD col fazzoletto sul naso, come posso cambiare?

crisi sinistra 2018 vita da papa

 

Beh, ci sarebbe Civica Popolare di Beatrice Lorenzin, col simbolo petaloso. Quella del Fertility Day. No a prescindere. Ci sarebbe Insieme, una unione di socialisti, verdi e prodiani. Potrei informarmi, ma mi sembra un trio tipo quello formato da Max Pezzali, Renga e Nek creato a tavolino perché da soli non riempiono più i palasport, ma insieme fanno oggettivamente cacare.

 

crisi sinistra 2018 sole 24 ore

 

La Lista +Europa di Emma Bonino e Bruno Tabacci poteva essere interessante, sai, i Radicali, le loro istanze sociali e civili. Certo, sono sempre stati un po’ destrorsi ma non è che si può avere tutto quest’anno. Poi la Bonino esce con la cazzata che non bisogna essere razzisti altrimenti poi chi lavora nei pomodorifici e niente, passiamo oltre.

 

crisi sinistra 2018 radicali

 

Potrei scordarmi del centro e puntare diretto di lato per abbracciare la coalizione Liberi e Uguali di Pietro Grasso, in cui convergono Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema, Pippo Civati & co., che dovrebbe rappresentare il ritorno della grande Sinistra, se non fosse che in molti si sono lamentati dell’esigua componente femminile al suo interno e quando si è unita Laura Boldrini, Grasso l’ha zittita alla prima occasione ufficiale, al motto di “E qui comando io, e questa è casa mia”. Poi, amici: D’Alema che parla di rinnovata passione per i diritti civili mi fa strano, non so a voi.

 

crisi sinistra 2018 fanpage

 

Si candida anche il Partito Comunista dei Lavoratori, che sul simbolo reca ancora la falce e il martello e che vuole attuare il programma della Rivoluzione d’Ottobre. Ci sono il Partito Comunista di Marco Rizzo e il PCI di Mauro Alboresi, c’è Potere al Popolo che vuole abolire il 41-bis e punta anch’esso a una sinistra rivoluzionaria, tramite l’alleanza con Rifondazione Comunista. Boh, a me i remake hanno spesso deluso e ho bisogno di una sinistra che vada oltre  Bella Ciao.

 

crisi sinistra 2018 il foglio

 

Ecco dove sono arrivato, a un sostanziale nulla di fatto. Ci sono io e ci sono tanti come me, che riconoscerò dalla faccia mesta di chi arriva in cabina elettorale con l’espressione di chi ha barattato la sua chitarra e il suo elmo per una scatola di legno che dicesse “perderemo”.  

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