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di Simone Stefanini 18 Aprile 2018

God of War: crescere un figlio durante la guerra in un videogioco spettacolare

Kratos stavolta non è da solo, e accompagnato dal figlio Atreus e grazie al loro rapporto imparerete che si può crescere anche giocando ai videogame

Il nuovo God of War è qualcosa in più di un semplice videogioco. Se siete gamer e possessori di PlayStation, conoscerete la saga di Kratos sviluppata da SIE Santa Monica Studio in esclusiva per la Sony,  che vede il dio della guerra muscoloso, rasato e cattivissimo mentre vaga per l’antica Grecia ammazzando migliaia di nemici con le due spade attaccate ai polsi dalle catene, in un violentissimo omaggio alla mitologia greca.

Amici, è tutto cambiato. Il Kratos che incontriamo nel nuovo episodio di God of War è un adulto vedovo con figlio a carico e la Grecia ormai è un lontano ricordo, stavolta la mitologia da affrontare è quella scandinava o norrena che dir si voglia. Le spade hanno lasciato il posto a un’ascia chiamata Leviatano, che quando la lanci la puoi richiamare con l’apposito pulsante e che viene potenziata dalle rune.

 

 

Non è neanche questa la grande novità: Kratos si è finalmente emancipato dal platform (bellissimo) della saga precedente e ora vaga in un mondo a tre dimensioni grazie al punto di vista alle spalle del protagonista, tramite percorsi abbastanza aperti e non uccide più 70 milioni di bestie al minuto, i nemici li trova solo quando li deve trovare, tutto il resto è indagine, enigmi da risolvere e scene cinematiche che tolgono il fiato per quanto sono fatte bene.

Una serie di miglioramenti che comunque rimangono in secondo piano rispetto alla vera rivoluzione del gioco: Kratos non è più solo, ma seguito e aiutato da Atreus, suo figlio, un adolescente curioso armato di arco e frecce che il protagonista dovrà proteggere e al quale dovrà insegnare la vita, senza farsi dominare dalla rabbia con cui strappava a metà le arpie nei capitoli precedenti.

 

Un twist incredibile nella trama, che accompagna il giocatore nella crescita. Se calcoliamo che il primo God of War è uscito per PlayStation 2 nel 2005, sono passati 13 anni dal suo debutto in società e anche l’età dei gamer che l’hanno seguito è cambiata. Se ci giocavate a 20 anni, oggi ne avete più di 30 e l’idea di avere un figlio a cui insegnare qualcosa non è certo fantascienza. Il nuovo percorso di Kratos però non è solo quello del maestro: Atreus consiglierà suo padre e tramite gli occhi del ragazzo, il nostro ombroso protagonista imparerà ad essere più umano.

 

Ora che abbiamo parlato della parte più emotiva, dobbiamo per forza parlare anche del sangue, della lotta, della morte e di tutte quelle carinerie che ci facevano gasare in precedenza: ci sono, non disperate. È vero, il gioco è più improntato verso la storia che verso le uccisioni barbare, ma nel corso del tempo affronterete un numero sempre maggiore di nemici diversi e li ucciderete con un mix di gameplay e scene che sembrano rubate al grande cinema.

 

 

Il comparto visivo e la colonna sonora firmata Bear McCreary sono di qualità altissima, così come la storia che ricorda alla lontana quella del grane classico Last of Us, di cui attendiamo febbricitanti il secondo episodio. Non a caso, God of War ha già raggiunto il secondo Metascore più alto dietro Grand Theft Auto V e davanti proprio a Last of Us Remastered.

Il gioco sarà disponibile dal 20 aprile su PS4 e PS4 Pro e noi abbiamo un consiglio solo da darvi: giocatelo, perdetevi nella storia, nei suoi affascinanti personaggi, abbassando il livello di furia e alzando quello di empatia. Scoprirete che si può crescere anche grazie ai videogiochi e oltre che a uccidere, si può imparare anche a vivere.

 

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