TV e Cinema
di Simone Stefanini 17 Gennaio 2019

Adrian vi stupisce? Vi siete dimenticati di Joan Lui

Non è la prima volta che Adriano Celentano veste i panni del predicatore/salvatore del mondo. La prima volta però fu un flop clamoroso

Di questi tempi si fa un gran parlare di Adrian, il supposto kolossal d’animazione scritto, diretto e interpretato dall’81enne Adriano Celentano in versione paladino di almeno 40 anni più giovane, che combatte il male sulla Terra. Una serie che già fa scalpore, visti i nomi coinvolti nel progetto che ha avuto la gestazione record di 10 anni: Nicola Piovani alle musiche, Milo Manara ai disegni, il mai troppo compianti Vincenzo Cerami e alcuni ragazzi della scuola Holden di Alessandro Baricco alla sceneggiatura, sotto la supervisione carismatica dello stesso ex Molleggiato (e della moglie Claudia Mori). Un pool di nomi assolutamente stratosferico per una produzione costata decine di milioni di euro, che vedrà (finalmente?) la luce il 21 gennaio su Canale 5. Una serie d’animazione che sarà anche uno show, condotto da Michelle Hunziker, pare. Decine di milioni di euro, dicevamo, che hanno partorito questa promo avveniristica.

Stiamo facendo della facile ironia, ne siamo al corrente. Intanto, dell’enorme megalomania di Adriano Celentano si stanno lamentando gli ascoltatori delle reti Mediaset, giacché pare la pubblicità di Adrian, sempre più insistente, abbia un volume esagerato, compressissimo, che svetta sugli altri programmi recando sgomento nel pubblico da casa.

Ma cos’è Adrian? A occhio, senza sapere né leggere né scrivere, sembra la storia di Ken il Guerriero della Via Gluck, un uomo solo che combatte le ingiustizie del mondo, con la solita dose di autoreferenzialità (stavolta siamo vicini al 120%) e con quel tocco tutto celentanoso di riscrittura dei Vangeli, che non può mancare mai nelle sue produzioni più recenti.

Ad alcuni di voi sembra una follia, ad altri un azzardo totalmente fuori di testa, ma probabilmente in pochi ricordano un azzardo molto simile, se non identico, che fu Joan Lui – Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì, il film scritto, diretto, montato, musicato e interpretato da Adriano Celentano nel 1985 e uno dei più grandi flop della Mario e Vittorio Cecchi Gori, che investirono nel kolossal insieme a Silvio Berlusconi. Costato più di 20 miliardi del vecchio conio, incassò in Italia solo 7 miliardi.

Ma cos’è stato Joan Lui? Un musical grottesco, vaticaneggiante ma profondamente anni ’80, un thriller, uno splatter, una commedia, un film d’azione distopico e apocalittico girato in piena Guerra Fredda in cui Adrian(o) veste i panni di Joan Lui, un predicatore senza passato, venuto da chissà dove per insegnare agli uomini e stigmatizzare l’ipocrisia, l’edonismo e l’avarizia. Suo nemico pubblico il Signore del Mondo Jarak, cioè Satana. In mezzo, la reincarnazione di Giuda, la moglie Claudia Mori poco vestita, Federica Moro, i Trettré e ancora elicotteri che cadono, coreografie e costumi che sembrano provenire da Fantastico di Pippo Baudo, Francesco Salvi e Rita Rusic, tutti alla corte di uno dei progetti più allucinanti che il cinema italiano abbia mai proposto, che ha affossato la Cecchi Gori in maniera quasi irreparabile e ha ridefinito il concetto di kitch associato alla religione.

Un capolavoro di caos che vede, tra le altre cose, un team di ballerini e ballerine (ma si parla di decine) venute appositamente dagli Stati Uniti e chiamati dallo stesso Celentano, alloggiare senza fare niente per Roma per settimane, andando a incidere in maniera catastrofica sul budget. In sede di montaggio, i produttori tolsero di mano a Celentano i rulli per velocizzare il montaggio e lo distribuirono il 25 dicembre del 1985 (sì, a Natale, il giorno in cui è nato Joan Lui e un altro di cui ora non ci sovviene il nome). Il film fu portato nelle sale grazie a aeroplani ed elicotteri noleggiati appositamente. Durava 163 minuti ed era montato talmente di fretta che neanche i colori e i tagli sembravano professionali. In seguito fu rimontato e tagliato, ma anche la versione “corta” (comunque più di due ore), si rivelò un fallimento. La colonna sonora però continua a essere un cult che vivrà in eterno, come il suo compositore Santo.

Ecco, prima di stupirvi troppo per Adrian, cercate una copia di Joan Lui: visto oggi acquista un certo senso e guardarlo nella sua interezza è di sicuro un’esperienza che non dimenticherete mai.

Spoiler: nel film, Adriano muore e risorge.

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