Ci siamo innamorati degli scatti di Cristina Coral, triestina, fotografa autodidatta con un punto di vista e una delicatezza rari. Nelle sue due serie fotografiche “Do Not Disturb” e “Hidden Beauty” le protagoniste sono ragazze fantasma, o meglio, figure femminili che non rivelano mai loro stesse.
Nascoste tra le mura domestiche di case barocche senza tempo oppure, raramente, negli spazi aperti, le sue ragazze diventano evanescenti, come se volessero sparire, se si volessero difendere dall’obiettivo.
Misteriose come alcune inquadrature di film di Hitchcock.
Le figure femminili di Cristina ricordano da vicino i misteriosi ritratti di schiena scattati nel 1800, una moda bizzarra ed inquietante la cui spiegazione non è mai stata realmente chiara. Certo è che in un’epoca bulimica di selfie, le foto che vi mostriamo ci regalano una bellezza nascosta e quindi per paradosso più che mai evidente.
Abbiamo fatto qualche domanda a Cristina per conoscere meglio lei e il suo lavoro.
Come sei diventata fotografa?
La scelta della fotografia come strumento della mia espressione artistica risale a qualche anno fa. Il mio percorso fotografico è stato quasi totalmente autodidatta. Da subito ho intuito cosa questo mezzo potesse darmi in termini di sperimentazione, scoperta di quello che mi circonda e di me stessa. Fotografare per me è diventato un linguaggio imprescindibile.
Guardando le tue serie fotografiche, quelle che più ci colpiscono sono quelle in cui vengono celati dei dettagli della persona, come a voler nascondere la propria identità. In “Do not disturb” sembra che la protagonista si voglia confondere con l’ambiente.
Il progetto “Do not disturb” è iniziato quando ho scattato in una villa storica della mia città, dove l’atmosfera e le camere erano piene di passato. In questo contesto, come dici tu, ho voluto che la protagonista si confondesse con l’ambiente stesso, quasi a “non disturbare” la presenza di un passato che ancora riempiva tutti gli spazi.
In “Hidden Beauty”, la protagonista dà le spalle all’obiettivo e ancora una volta si nasconde, provocando mistero ed inquietudine.
In “Hidden Beauty” le mie figure femminili si nascondono ma nello stesso tempo sono presenti nella loro intimità. Nascondono la loro fragilità e le loro contraddizioni. Ho voluto catturare tracce del loro dialogo interiore.
Perché fotografi solo ragazze?
Come campo di indagine ho scelto la figura femminile perché la sua complessità è la migliore interprete dei sentimenti e della mia visione.
I lavori di Cristina Coral sono stati pubblicati tra gli altri su Vogue Italia, Lens Culture, Dot Art Magazine, Il Giornale, Wall Street International, Art Tribune, Rai News.