Art
di Diletta Pellegrini 21 Novembre 2014

Una fotografa danese ha seguito giornalmente la routine di una prostituta (e mamma)

Gli occhi di Bonnie Cleo Andersen, raccontano molto. Sono profondi e ghiacciati come gli abissi dell’oceano, acri e ruvidi come una corteccia, ma celano anche pensieri malinconici e rimpianti.
Bonnie Cleo Andersen è madre di tre bambini: Michella (16 anni) – Oliver (15 anni) – Noa (6 anni) e lavora legalmente come prostituta in un’accogliente casetta di Copenaghen, in Danimarca.
Per il suo progetto di fine semestre, una giovane fotografa, Marie Hald, ha “inseguito” la donna durante il suo iter giornaliero, immortalandola nella sua quotidianità; quando accompagna i figli a scuola, durante il sesso con i clienti, ma anche mentre ascolta l’omelia in chiesa.
Il lavoro nasce dall’interesse verso la questione sulla prostituzione, una professione ufficialmente legale in Danimarca dal 1999.
L’intento di Marie Hald, è stato quello di sfatare i classici preconcetti sulle squillo, mostrando l’esistenza di una donna e madre integra e premurosa, che segue con dovere ed impegno i propri bambini.
Di grande impatto emozionale gli scatti che ritraggono Bonnie in intimità con i suoi habitué, che palesano con autenticità come la donna sia presente e partecipe con il corpo, ma non con la mente.

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