“Jack Frusciante è uscito dal gruppo” compie 20 anni, così come la nostra adolescenza

La band del liceo, le canne, il punk rock, l’amore e la morte: radiografia del film che ha segnato una generazione

sakjhdfgkjhs via - Alex e Aidi

 

Se vi dicessimo che la vostra adolescenza quest’anno compie 20 anni, come la prendereste? È una ricerca scientifica, quindi state sereni: se avete aperto questo articolo, significa che eravate adolescenti nel 1996, quando il film tratto dal romanzo di Enrico Brizzi è uscito e ha parlato al cuore di almeno un paio di generazioni.

Il vecchio Alex che corre sulla sua bici sui colli bolognesi per incontrare Aidi, la ragazza che gli ha rapito il cuore e che gli fa disertare le prove col suo gruppo punk parrocchiale sono tatuate nei nostri cuori, così come le facce dei debuttanti Stefano Accorsi e Violante Placido, che incarnavano i sogni dei nati negli anni ’80.

Del tutto generazionale anche la colonna sonora compilata da Umberto Palazzo in cui trovavano spazio i Marlene Kuntz e i Joy Division, i Violent Femmes e i C.S.I.

 

 

Erano gli ultimi vagiti della Generazione X, quella nata tra i 70s e gli 80s, che nei 90s ha avuto il suo maggior sviluppo e la maggiore iconografia. Eravamo adolescenti a 16 anni come a 26, costantemente in fissa col punk rock e il crossover, coi pantaloni larghi, i dread e i piercing, con gli abiti di seconda mano pagati a peso d’oro ai mercatini, coi fumetti di Pazienza e con le canne. I nostri libri preferiti erano Alta Fedeltà di Nick Hornby, Due di Due di Andrea De Carlo, Trainspotting di Irvine Welsh e proprio Jack Frusciante è uscito dal gruppo, di Enrico Brizzi.

 

41reqmqCRFL via - La prima stampa del libro

 

Era il tempo della Bologna uscita viva dagli anni 80 e degli ultimi fermenti in via Zamboni e al Pratello, quella che fa da scenario alla storia in cui ci sono tutte le storie dell’adolescenza: incontri la tipa dei tuoi sogni, esci un po’ meno coi tuoi amici, sperimenti per la prima volta la morte di qualcuno e ci rimani sotto e poi cerchi di trovare la strada per diventare adulto. Meglio se pedalando in bicicletta, tentando di salvarti la pelle.

 

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A riguardarlo oggi, fa l’effetto Sposerò Simon Le Bon: imbarazzo. Ma è lo stesso  che si prova guardando le vecchie foto del liceo o delle medie, quello misto a tenerezza e a nostalgia per l’ingenuità che ormai non sappiamo nemmeno più dove sta di casa. Accorsi aveva già 25 anni e faceva il 18enne, reduce dalla pubblicità Ciu gust is megl che una del gelato Maxibon, e come Violante Placido era un esordiente che doveva reggere il peso di un protagonista così importante. La recitazione è per lunghi tratti canina, così come la regia di Enza Negroni, eppure quando lo guardiamo, non vediamo loro, vediamo noi.

 

 

Gli amori perduti e quelli quasi dimenticati, quelli andati male e quelli andati malissimo (perché mica mi direte che adesso state ancora con la fiamma del liceo?) e quei baci che a ripensarci oggi sembrano quelli di un sogno, che ti hanno lasciato dentro un mezzo ricordo sfocato, inafferrabile e bellissimo. Se volete festeggiare questo anniversario, invece di riguardare il film (che comunque trovate interamente qui), ascoltatevi i demo di quando suonavate, o di quelli che ascoltavate a quell’età e se vi viene la malinconia che non va più via, sfogatela mettendo a tutto volume Digging The Grave dei Faith No More, come fa Alex per buttar fuori il suo dolore dopo il suicidio dell’amico. Poi però richiudete quella scatola e continuate la vostra giornata, che oggi splende il sole.

 

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