Quando si parla di pensioni, la parola “taglio” mette sempre un po’ di ansia. Negli ultimi mesi il dibattito è stato acceso: il governo ha annunciato che dal 2026 arriverà la cosiddetta Quota 41 flessibile, una nuova formula che sostituirà la Quota 103. Sulla carta, sembra più favorevole, ma c’è un dettaglio che ha fatto alzare più di un sopracciglio: il legame diretto con l’ISEE.
Tradotto in pratica, l’importo della pensione anticipata non dipenderà solo dai contributi versati e dall’età, ma anche dallo stato economico del nucleo familiare. E qui entra in gioco un meccanismo che rischia di lasciare qualcuno con l’amaro in bocca.
Allarme pensioni, come funzionerà la Quota 41 flessibile
La nuova misura per le pensioni manterrà i requisiti base ossia i 62 anni di età e 41 anni di contributi. Ma, a differenza della Quota 103, non si parlerà più di un calcolo interamente contributivo (che tagliava in media anche del 30% gli assegni), bensì di un taglio proporzionato agli anni di anticipo rispetto ai 67 previsti per la pensione di vecchiaia. Le riduzioni sono del 2% in meno se si esce a 66 anni, 4% a 65 anni, 6% a 64 anni, fino al 10% in meno per chi sceglie l’uscita massima, cioè a 62 anni.
Una penalizzazione più contenuta, quindi. Ma attenzione, questi tagli scatteranno solo per chi ha un ISEE superiore ai 35.000 euro. Chi resta sotto questa soglia, invece, non subirà alcun taglio. Ed è qui che nasce il problema. L’ISEE non fotografa il reddito attuale, ma quello di due anni prima. Perciò l’ISEE 2026, quello che farà fede per la pensione, sarà calcolato sui redditi del 2024 .

Immaginiamo un lavoratore che nel 2024 ha avuto uno stipendio buono o entrate extra. Due anni dopo, al momento di andare in pensione, magari la sua situazione è cambiata: niente più lavoro, niente più entrate extra. Eppure, per colpa dell’ISEE, rischia di risultare “ricco” sulla carta e di subire il taglio dell’assegno… per tutta la vita.
Qualcuno potrebbe pensare: “Ma allora userò l’ISEE corrente”. In teoria sarebbe la via d’uscita, perché questo strumento aggiorna i redditi in tempo reale. Peccato che funzioni solo per 6 mesi e che, scaduto il termine, torni in vigore l’ISEE ordinario.
Dunque, la Quota 41 flessibile nasce con l’intenzione di rendere l’uscita anticipata più accessibile e meno penalizzante, ma rischia di aprire la strada a nuove ingiustizie. L’ISEE, infatti, non tiene conto solo del reddito personale, ma di tutto il nucleo familiare e dei patrimoni. Così c’è il rischio che chi ha semplicemente avuto un anno più “forte” dal punto di vista economico si ritrovi a pagare un prezzo sproporzionato.