Prepara subito questi documenti perché se la tua casa è “fatiscente” ti spetta di diritto l’esenzione della tassa IMU.
Nel contesto della fiscalità immobiliare in Italia, è fondamentale avere chiara la propria posizione riguardo all’IMU (Imposta Municipale Unica), specialmente per coloro che possiedono immobili in condizioni di degrado.
Non tutti sanno che esistono situazioni in cui non è necessario pagare l’IMU, in particolare per gli immobili classificati come fabbricati collabenti. Questi immobili, spesso trascurati e abbandonati, possono rappresentare un onere fiscale pesante se non si è a conoscenza delle normative vigenti.
IMU, esenzione se la casa è fatiscente
Il termine “fabbricato collabente” si riferisce a edifici che si trovano in uno stato di grave deterioramento. Questi immobili sono generalmente inagibili e non idonei per alcun uso pratico. Possono presentarsi come ruderi, strutture in rovina o edifici con danni strutturali significativi, a tal punto da non poter generare alcun reddito. Dal punto di vista catastale, i fabbricati collabenti sono inseriti in una categoria speciale, la F/2, che li esclude dalla tassazione IMU. Per ottenere la classificazione F/2, un immobile deve soddisfare specifici criteri. È fondamentale che l’edificio sia:
- In condizioni fatiscenti: presenta danni strutturali gravi e visibili.
- Soggetto a crolli parziali: ha lesioni strutturali tali da renderlo pericoloso.
- Privo di agibilità: non può essere utilizzato per alcuna funzione utile.
- Incapace di produrre reddito: non genera alcun profitto economico.
La registrazione come fabbricato collabente non avviene automaticamente; è necessaria una valutazione tecnica accurata, che di solito include perizie specialistiche e relazioni asseverate da professionisti abilitati. Questi documenti servono a dimostrare l’effettiva inidoneità dell’immobile. L’IMU è generalmente applicata agli immobili iscritti in catasto con rendita attribuita. Tuttavia, i fabbricati collabenti, non avendo rendita catastale per la loro inabitabilità, non rientrano nell’ambito di imposizione dell’IMU.
Questo aspetto è fondamentale poiché l’assenza di rendita non è solo un dato formale, ma indica anche l’incapacità economica dell’immobile di contribuire al reddito. Secondo l’articolo 53 della Costituzione italiana, l’imposizione fiscale deve essere proporzionale alla capacità contributiva del soggetto, e un fabbricato collabente non può essere considerato fonte di reddito, giustificando così l’assenza di tassazione.

Per evitare spiacevoli sorprese e dimostrare l’effettivo stato di degrado dell’immobile, è essenziale preparare una serie di documenti. Tra i più importanti troviamo:
- Perizie tecniche: redatte da ingegneri o architetti, attestanti le condizioni dell’immobile.
- Relazioni asseverate: documenti ufficiali che confermano la non agibilità dell’immobile.
- Dichiarazioni di tecnici abilitati: queste possono servire a supportare la richiesta di classificazione F/2, evidenziando l’impossibilità di utilizzo dell’immobile.
La corretta documentazione non solo facilita il processo di classificazione, ma tutela anche il proprietario da eventuali contestazioni fiscali future. La conoscenza di queste normative e la corretta gestione della documentazione sono fondamentali per i proprietari di immobili in stato di degrado. Un fabbricato collabente non solo offre l’opportunità di evitare il pagamento dell’IMU, ma può anche rappresentare un’opportunità di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare.