Libri
di Samuele Maffizzoli 9 Dicembre 2015

Le 5 lezioni di vita che ho imparato leggendo il libro di Bobo Vieri

Cinque insegnamenti che il re del gol e delle notti milanesi ha voluto trasmettere a tutti noi

vieri Instagram

 

La prima opera magna del nuovo ciclo Mondazzoli è sicuramente Chiamatemi Bomber (Rizzoli, 264 pagine, 12,99€), autobiografia di Bobo Vieri scritta insieme al giornalista Mirko Graziano. Uscita il 20 novembre in libreria ha da subito scatenato le ire di intellettuali e lettori: “Una porcata, ci sono opere letterarie di altro spessore che meritano i nostri soldi”, si legge tra i commenti su Amazon. Ma che lo si voglia o meno, Christian Bobo Vieri è uno dei personaggi pubblici più discussi degli ultimi dieci anni, ancora sulla cresta dell’onda tra i giovani soprattutto grazie ai social network, in particolar modo al suo famigerato selfie stick e alla bella vita che racconta attraverso scatti su Instagram di campi da tennis, spiagge e belle ragazze. Tradotto in termini editoriali è una storia destinata a vendere. Così con buona pace di chi pensa che i libri siano riservati ad una stretta intellighenzia e debbano parlare solo di poesia etrusca, Mirko Graziano (firma di vari quotidiani sportivi) ci racconta in tre atti com’è nato il mito di Bobo Vieri. E in un periodo di profonda crisi culturale -oltre che economica- ho deciso di leggerlo e ne ho tratto cinque lezioni di vita che il re del gol e delle notti milanesi ha cercato di trasmettere a tutti noi. Prendete e fatene tesoro, che non si sa mai.

1. Va’ dove ti porta il denaro

Schermata 2015-12-09 alle 11.37.07 Instagram

Non si sboccia tutte le sere senza un conto in banca a sei zeri e questo Bobo lo sa.
Nel libro ammette senza fronzoli di essere sempre andato dove l’ha portato il portafogli e, anche se scrive che se tornasse indietro non farebbe le stesse scelte, fa ampio sfoggio della potenza e dell’influenza che ha avuto nella sua carriera il denaro, tra feste mastodontiche e macchine da corsa. Quindi durante la campagna acquisti degli idraulici non esitate a vendervi per trenta denari in più, magari non comprerete una Ferrari ma qualcosa in più ci combinerete.

Un giorno Moggi mi chiama a rapporto: entro nel suo ufficio e trovo già lì il mio procuratore e Bettega. Il direttore, con i suoi modi tranquilli e gli occhi semichiusi, dice che è pronto ad aumentarmi l’ingaggio, ma che non può andare oltre i due miliardi di lire a stagione. «Si va in Spagna» dico. E la riunione finisce all’istante.

 

2. Stay Hungry, Stay arrogante

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Parafrasando Steve Jobs si capisce benissimo dalle pagine del libro che nella vita Christian è stato sempre molto arrogante, o ambizioso, dipende dai punti di vista. A partire dalle giovanili quando si fa spostare da difensore ad attaccante fino agli alterchi in Serie A per esclusioni e scelte non gradite. Insomma Bobo ha sempre detto quello che pensava apertamente senza timore. Ho provato anche io a seguire la sua strada ed essere sincero e aperto col mio capo, ma purtroppo non sono Vieri e ora scusate vado a prendere la disoccupazione.

“Sai che ti dico, Christian? Hai ragione!”
Complimenti, mister. Da solo ci saresti mai arrivato? Evidentemente no.
Ha avuto bisogno dell’aiutino, il mister.
E l’aiutino gliel’ho dovuto dare io, un ragazzo di quattordici anni che da terzino sinistro segna più gol degli attaccanti.

 

3. Fatti dei contatti

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In un paese clientelare come il nostro i contatti rappresentano la cosa più importante in ogni campo. Quindi lasciando stare che Bobo ha conosciuto le più grandi fighe del pianeta grazie a compagni di squadra e presentatori televisivi, non sottovalutate la compagna di classe bruttarella ma che ha la cugina carina, o l’amico antipatico che però conosce il dirigente dell’azienda dei vostri sogni. Insomma non buttate via niente.

«Bobo, cos’hai? Non stai bene?»
«Cosa?»
«Come cosa? Guardati, sembri più rimbecillito del solito!»
«Mi sono appena innamorato di questa ragazza. Devo conoscerla!» «Tranquillo, ho il numero di Enzo Iacchetti. È un interista sfegatato. Ora lo chiamiamo e vediamo che si può fare.» […]
Iacchetti fu gentilissimo e molto collaborativo, e infatti il giorno dopo parlai per la prima volta con Elisabetta.

 

4. Una ragazza al giorno toglie il medico di torno

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Noi che prendiamo più rimbalzi di Gallinari, noi che non contempliamo il rifiutare una ragazza che respira e che viviamo di swipe su Tinder non potremo mai capire l’ebbrezza di una festa con centinaia di gnocche (cit.) e cambiare compagna ogni giorno come i calzini. Ma apparentemente è un’abitudine molto salutare considerando come Bobo è arrivato ai quarantadue e quindi, se potete, variate, variate, variate!

Intanto la situazione-gnocca raggiunge livelli quasi preoccupanti. Ovunque giri la testa c’è una ragazza fantastica che mi sorride. Wow. È il para- diso dei bomber, questo! Una mi invita a fare una doccia insieme, un’altra mi chiede maliziosamente di raggiungere un gabbiotto un po’ appartato…

 

5. Anche i bomber sanguinano

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Alla fine del suo libro, ma concediamoglielo anche durante, ci mostra come anche un bomber possa sanguinare. Passaggi malinconici come l’infortunio che lo ha tenuto a casa dal Mondiale 2006, l’eliminazione dall’Europeo con la Svezia e la perdita di amici cari mettono a nudo l’altra faccia del bomber. Vieri è sicuramente un personaggio più che eccentrico ma, a parte i vari luoghi comuni, anche una persona genuina e vera, con tutto quello che ne comporta. Chiamatemi Bomber, sicuramente per contenuti molto più originale dell’omonima pagina, ci mostra come anche la vita più compatta possa nascondere nel profondo delle crepe invisibili. In ogni caso grazie Bobo per queste lezioni di vita e soprattutto: W la gnocca, zio porcone.

Caro nonno, [..] Forse, se non fosse stato per te, non sarei arrivato dove sono arrivato, e non è stato merito solo delle cin- quemila lire che mi davi per ogni gol che segnavo. [..] Perché avevi capito prima di tutti che tuo nipote era un attaccante speciale

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