Continua a salire la tensione all’interno della maggioranza di governo sulla manovra finanziaria, con un acceso scontro tra Lega e Forza Italia che rischia di compromettere l’unità politica in un momento cruciale per l’approvazione del testo al Senato.
Il confronto si concentra soprattutto sulle modifiche agli affitti brevi, la tassazione dei dividendi e i fondi destinati alle infrastrutture pubbliche, in particolare la metro C di Roma.
Lo scontro politico tra Tajani e Salvini sulla manovra
Nonostante la presentazione compatta della manovra a Palazzo Chigi, con accanto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro Giancarlo Giorgetti, il testo si è trasformato rapidamente in un campo di battaglia tra i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. Nel corso della giornata, i due leader si sono scambiati pesanti accuse, coinvolgendo anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), con Tajani che ha puntato il dito contro alcuni funzionari del ministero, accusati di voler “punire” con nuovi balzelli.
“Decide la politica”, ha ribadito Tajani, sottolineando la necessità che siano le scelte politiche a guidare le decisioni fiscali, in contrasto con approcci più rigidi provenienti dal MEF. In particolare, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha tentato di calmare gli animi, confermando che l’impostazione generale della manovra è ormai definitiva e che gli spazi per modifiche sostanziali sono limitati ai circa 100 milioni disponibili per emendamenti parlamentari.
Il nodo più controverso rimane l’intervento sugli affitti brevi, che vede una convergenza tra Tajani e Salvini per la sua cancellazione, nonostante la difesa iniziale della norma da parte di Giorgetti. Anche la tassazione sui dividendi è al centro delle critiche forziste, con Tajani che ha definito la misura poco liberale e adottata senza un adeguato confronto politico. L’IRAP sulle banche, definita “imposta rapina” da Silvio Berlusconi, continua a essere un altro punto di attrito, soprattutto perché colpisce le banche tradizionali mentre esclude i giganti del web, una disparità denunciata anche da Marina Berlusconi di recente.
Sul fronte delle infrastrutture, il governo è alle prese con le polemiche sui fondi per la metro C di Roma e altre opere strategiche come la linea M4 di Milano. Forza Italia contesta il definanziamento emerso dalle tabelle della legge di bilancio, mentre la Lega, tramite Salvini in qualità di ministro delle Infrastrutture, respinge le accuse parlando di una “riprogrammazione” delle risorse negli anni successivi per evitare la perdita dei fondi. Tuttavia, il Ministero delle Infrastrutture ha confermato che la Ragioneria ha disposto tagli provvisori senza valutazioni di merito, evidenziando un clima di incertezza sulle priorità infrastrutturali del Paese.

Fratelli d’Italia mantiene un profilo defilato, con poche dichiarazioni ufficiali se non quelle di Ciriani che invita a evitare ulteriori tensioni per non compromettere la stabilità della manovra. Il centrodestra appare comunque diviso, con alcuni esponenti di Forza Italia che esprimono malumore per la gestione delle trattative da parte del proprio leader.
Dall’opposizione, il centrosinistra non perde l’occasione per attaccare la maggioranza, sottolineando la confusione interna e la mancanza di una visione politica coerente. Elly Schlein ironizza sull’apparente mancata conoscenza da parte dei vicepremier del contenuto della manovra votata in Consiglio dei ministri, mentre il pentastellato Stefano Patuanelli denuncia un governo “senza idee per il futuro”.
Nel frattempo, il ministro Giancarlo Giorgetti guarda con fiducia ai prossimi giudizi delle agenzie di rating, che potrebbero riconoscere un miglioramento nella valutazione del Paese, ritenuto finora sottostimato rispetto ad altre economie europee. Gli appuntamenti chiave sono fissati per il 31 ottobre con Scope e il 21 novembre con Moody’s, date che il governo segue con grande attenzione in un clima politico molto agitato.

