studio ghibli storia
TV e Cinema
di Simone Stefanini 20 Gennaio 2020

Studio Ghibli: la magia che vorremmo non finisse mai

Una retrospettiva sui film che ci hanno fatto sognare, ci hanno regalato speranza e consapevolezza.

Il 15 giugno del1985 veniva  fondato lo Studio Ghibli di Hayao Miyazaki e Isao Takahata. Due dei più grandi registi di film animati giapponesi che, mettendo insieme le loro spettacolari abilità, hanno costruito una realtà che da più di 30 anni produce film bellissimi.

Non abbiamo mai nascosto la nostra passione nei confronti dei film che recano il logo di Totoro prima dei titoli di testa, perché tra le tante storie che ci hanno proposto, ce ne sono alcune che hanno davvero toccato il nostro cuore.

Potremmo partire dalla prima non ufficiale, quella di Nausicaa della Valle del Vento (Hayao Miyazaki, 1984), la storia che, pur non ancora prodotta dallo Studio Ghibli, contiene tutti gli stilemi che poi andranno a far parte dell’universo di Miyazaki: l’ecologia, l’amore per la natura e per gli oggetti volanti, i bambini protagonisti, che non conoscono corruzione.

 

Nausicaa studio ghibli storia

 

Una trama che più volte verrà riadattata da Miyazaki, come nel capolavoro Laputa, Castello nel cielo (1986), in cui i protagonisti vivono una storia d’amore e d’amicizia in un mondo distopico e fantastico, pieno di nemici adulti con una sconfinata sete di potere.

 

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Parlare della valenza poetica del messaggio de Il mio vicino Totoro (1988) sarebbe addirittura ridondante, ma in pochi ricordano che il film più iconico di Miyazaki uscì in contemporanea con un capolavoro inarrivabile, Una tomba per le lucciole di Isao Takahata, la storia drammatica di due fratelli piccoli durante la Seconda Guerra Mondiale, neorealista e straziante. Impossibile non versare lacrime e singhiozzare, ancora oggi fa lo stesso effetto.

 

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Di Takahata è ancora Pioggia di ricordi del 1991, un film un po’ diverso e molto realista, scritto più per un pubblico adulto, che vede una ragazza trovarsi al bivio tra la solita vita d’ufficio in città e quella più dura ma anche più soddisfacente in campagna, specie con un nuovo amore.

 

studio ghibli storia Omohide poro poro 2

 

Porco Rosso di Miyazaki (1992), ci regala una storia di aerei e di amore per la diversità, con alcune battute veramente memorabili.

 

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Ma lo Studio Ghibli non è soltanto il dualismo Miyazaki Takahata. Prendete Si sente il mare di Tomomi Mochizuki (1993), una storia adulta e toccante sulle difficoltà di una ragazza appena trasferita a Tokyo, oppure del più famoso I sospiri del mio cuore (Yoshifumi Kondo, 1995), un film sentimentale in cui due ragazzi, sopportandosi a vicenda, riescono a raggiungere i propri obiettivi (anche quello di innamorarsi e di aspettarsi reciprocamente).

 

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La fine degli anni ’90 segna un altro capolavoro per Miyazaki, La principessa Mononoke, del quale non occorre parlarne ma solo vederlo più e più volte, per poi entrare nei 2000 col suo film più famoso, La città incantata (2001). Tra i due, noi abbiamo sempre preferito il primo.

 

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I 2000 portano allo Studio Ghibli molte novità. Oltre al bellissimo Il castello errante di Howl (Hayao Miyazaki, 2004), anche il figlio Goro Miyazaki debutta alla regia con I racconti di Terramare (2006) prima e La collina dei papaveri (2011) poi. Quest’ultimo è molto più maturo e ha una storia molto più semplice. Un amore vissuto tra i banchi di scuola negli anni ’60, tra i primi vagiti di contestazione studentesca.

 

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Gli ultimi anni del 2000 per lo Studio Ghibli sono tutti dedicati ai più piccoli, con la storia tenerissima della pesciolina che vuole diventare bambina vera di Ponyo sulla scogliera (Hayao Miyazaki, 2008) e quella del mondo del piccolo popolo di Arietty – il mondo segreto sotto il pavimento (Hiromasa Yonebayashi, 2010).

 

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Il 2013 segna di nuovo un’uscita in contemporanea per Hayao Miyazaki e Isao Takahata. Il primo firma il suo testamento artistico con Si alza il vento, la biografia fantastica e tragica del costruttore degli aerei utilizzati nella Seconda Guerra Mondiale dai kamikaze. Un film bello, ma anche molto impegnativo.

 

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Takahata invece firma il suo capolavoro assoluto, un film di una bellezza formale e sostanziale sconvolgente. S’intitola La storia della principessa splendente e ogni fotogramma è un’opera d’arte, tratto da un antico racconto popolare giapponese che mischia fantasia, religione, potere e nostalgia.

 

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L’ultimo film prodotto dalla Studio in ordine di tempo è Quando c’era Marnie (Hiromasa Yonebayashi, 2014) una storia sottilmente misteriosa sul valore dell’amicizia.

 

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E d’ora in poi, che succederà? Il maestro Hayao Miyazaki si è ritirato dalla regia, l’altrettanto maestro Isao Takahata è molto anziano e qualche volta si è sentito dire che lo Studio Ghibli avrebbe chiuso. Mai niente di più falso. Il 29 giugno uscirà il nuovo film dello Studio, una coproduzione nippo/francese dal titolo Red Turtle, che non ha mancato di deliziarci già dal trailer.

 

 

Lo Studio Ghibli ci ha regalato sogni, speranze e consapevolezze, con uno stile unico che può essere imitato ma non eguagliato. Non vogliamo nemmeno sentir parlare di chiusura, lo Studio Ghibli deve vivere per sempre!

 

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