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Home Art

Henri Cartier-Bresson: Google Maps al posto di una Leica

by Stefano Yamato
28/11/2011
in Art
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Henri Cartier-Bresson è stato più di un semplice fotografo. E’ un vero profeta per chiunque abbia mai provato ad affrontare la fotografia l’arte che rende immortale il più meraviglioso degli istanti. Nella sua carriera ci ha lasciato alcuni insegnamenti fondamentali che per i fotografi di tutto il mondo sono diventati un credo inamovibile. La sua street photography è un condensato di genio, creatività, istinto, visione ed umanità. “Osservare lì dove gli altri sanno solo vedere” questa è la frase con cui ha descritto la sua ineguagliata cifra stilistica. E per metterla in pratica ha usato sempre un solo modello di macchina fotografica, quella piccola Leica, che è diventata oggetto culto per i fotografi di diverse generazioni. “La mia Leica è letteralmente il prolungamento naturale del mio occhio” diceva Henri Cartier-Bresson, “ il modo in cui la tengo in mano, stretta stretta sulla fronte, il suo segno quando sposto da una parte all’altra il mio sguardo, mi fa sentire come l’arbitro in una partita che si svolge davanti agli occhi e di cui coglierò tutta l’atmosfera al centesimo di secondo”. Con la sua Leica ha scritto le regole che separano il fotografato dal fotografabile. La realtà che si mostra davanti a noi ogni giorno “è un diluvio caotico di elementi, il riconoscimento simultaneo, in una frazione di secondo, dell’importanza dell’evento così come l’organizzazione precisa delle forme, fornisce a quell’evento la sua espressione adeguata…”.
Cartier-Bresson non amava la tecnologia. La Leica era il solo strumento che gli ha consentiva di vivere quel dualismo tra simbiosi ed antagonismo con la realtà. Qui sotto potete ammirare il suo prolungamento visivo, quell’oggetto entrato nella storia della fotografia.
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Le sue foto sono esposte ed appese in tutto il mondo. Incantano milioni di persone. Diventano didascalia per articoli di giornali, finendo spesso per diventarne la parte più importante ed informativa. Qui sotto potete ammirarne alcune:
 
media_h01
  
 
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Ma cosa accadrebbe se immaginassimo un universo parallelo in cui Henri Cartier-Bresson fosse nato oggi, come nativo digitale, ed amasse usare la tecnologia ed internet per sviluppare il suo istinto creativo?
Proviamo a fantasticare un Cartier-Bresson che invece di scendere fisicamente in strada, usi Google Maps per andare a caccia di immagini.
Anzitutto la sua Lecia sarebbe sostituita dalla futuristica macchina digitale di Google, che scatta immagini multi-dimensionali. Questa:
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Molti fotografi storceranno il naso, gridando al sacrilegio. Siamo probabilmente d’accordo, ma siamo altrettanto certi che Henri Cartier-Bresson, in qualunque epoca o universo fosse nato, avrebbe trovato lo strumento giusto per prolungare il suo sguardo e tratteggiare i confini di una fotografia che condensa la poesia della realtà e la trasforma in documento eterno.

In questo universo parallelo, nel quale la strada ed il quotidiano di trasformano in mondo digitale, le foto di Henri Cartier-Bresson “scattate” su Google Maps probabilmente sarebbero così:
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Media_httpwwwartfagcitycomwordpresscorewpcontentuploads200908housefire32x20500x312jpg_ybchjvmyglhdjjf
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Media_httpwwwartfagcitycomwordpresscorewpcontentuploads200907beachscene1500x306jpg_fbzatoshudibvlu
Media_httpwwwartfagcitycomwordpresscorewpcontentuploads200908jeffwall32x20500x312jpg_qajxscwynqceaaf
Media_httpwwwartfagcitycomwordpresscorewpcontentuploads200908dutchpolice32x20500x312jpg_dtkkysgafbjlwht
Media_httpwwwartfagcitycomwordpresscorewpcontentuploads200908blockingeyesears32x20500x312jpg_aipmrdxzzdblbga
Media_httpwwwartfagcitycomwordpresscorewpcontentuploads200908sleepingonsteps32x20500x312jpg_zacgsrjbrrukiep
Media_httpwwwartfagcitycomwordpresscorewpcontentuploads200908rainnbow500x312png_drnqmxvpvfircmv
Via artfagcity.com – selezione fotografica di Jon Rafman.
Tags: fotografiagoogle mapsstreet photography
Stefano Yamato

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