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Home Art

Tiziano Sclavi e il suo primo graphic novel, che fa tremare l’anima

by Simone Stefanini
08/01/2019
in Art
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Tiziano Sclavi e il suo primo graphic novel, che fa tremare l’anima

Tiziano Sclavi è un personaggio vero, uno degli ultimi grandi eremiti dell’intrattenimento. Non aveva ancora 40 anni quando ha inventato Dylan Dog, eppure me lo sono sempre immaginato vecchio. Ricordo che ai tempi, e parliamo della seconda metà degli anni ’80, non giravano molte foto di questo signore e la sua vita era avvolta in un fitto mistero. Ogni tanto si faceva ritrarre sotto forma di illustrazione o di caricatura, ma niente di più.

Le poche immagini che riuscivo a trovare lo mostravano scuro in volto, orso, con gli occhi penetranti di chi di incubi ne ha fatti tanti. Fin dai primi Dylan Dog, sono rimasto affascinato dalla sua persona, persino dal suo nome, che per me era diventato il sinonimo di paura sì, ma anche di introspezione e di feroci risate. La mia versione adolescente moriva dietro i suoi orrori, le sue filastrocche macabre, le citazioni delle canzoni heavy metal o gotiche che inseriva nei fumetti, si piegava con le battute di Groucho e spesso, una volta chiuso l’albo mensile, iniziava la dolorosa rielaborazione emotiva.

.

La maggior parte delle sue storie, seppur citazioniste, mi colpivano nel profondo e riuscivano a trovare la chiave per entrarmi dentro, cosa mica facile quando sei teenager. Dal 1986 in poi, ho seguito tutta la sua carriera. Oltre ai fumetti ho letto i suoi libri Apocalisse, Nero, il recente Il tornado di valle Scuropasso e il capolavoro Non è successo niente. In tutti ho trovato quel tormento, quell’agitazione che non è facile riprodurre e che a lui sembra riuscire così naturalmente. Ho anche guardato il documentario Nessuno siamo perfetti, in cui Sclavi si racconta senza censure e in cui viene fuori un uomo profondamente pessimista, quasi vinto. In seguito, Roberto Recchioni (l’autore a cui Sclavi ha passato il testimone per la curatela di Dylan Dog) mi ha detto che il taglio di quel video è un po’ forzato e che Tiziano Sclavi nella realtà non è la macchietta oscura che esce dal video. Bene.

.

Ogni informazione su di lui accresce il mio status di lettore/fan, perché sono convinto che di autori come Tiziano Sclavi ne nascano pochi, con una voce così riconoscibile e potente da applicare a tutto quello che fanno.

L’occasione per parlare della mia ammirazione nei confronti di Sclavi è ghiotta: il 10 gennaio esce per Feltrinelli Comics il suo primo vero romanzo a fumetti, disegnato dal bravissimo Werther Dell’Edera, dal titolo Le voci dell’acqua.

Una lettura difficile da mandare giù, che contiene tutti gli elementi della sua narrativa. Sotto una pioggia insistente, che sembra non dover finire mai, un uomo di nome Stavros sente le voci e sembra schizofrenico, ma la realtà potrebbe essere un’altra. La pazzia potrebbe essere contagiosa, collettiva e presto la sua storia cambia soggetto. Seguiamo le riflessioni di altre persone, sempre caustiche, piene di humor nero e di ordinaria follia, per poi giungere ad un epilogo sorprendente, che lascia di nuovo il cervello e le emozioni lavorare dopo l’ultima pagina.

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Di nuovo, come in un percorso organico, Sclavi con poche parole riesce a parlare di un argomento tabù come la salute mentale, e lo fa con la stessa profondissima grazia con cui parlava al me adolescente e ai milioni come me che si sentivano ai margini della società, incompresi da famiglia, scuola, istituzioni e amicizie. Sono ancora convinto che pochi sappiano sondare l’animo umano come Tiziano Sclavi e questa sua nuova apparizione, la prima in un graphic novel slegato dai suoi personaggi storici, conferma la sua grandezza.

Le voci dell’acqua – Tiziano Sclavi e Werther Dell’Edera

.

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Tags: dylan dogfumettonewsopinioniRecensione
Simone Stefanini

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