Society
di Silvia Rossi 23 Ottobre 2015

Ferilli-Buy lesbiche al cinema: Io e Lei visto da due ragazze sposate

Francesca e Benedetta sono non-ufficialmente-sposate da maggio e hanno visto per noi il film Io e Lei

Margherita Buy e Sabrina Ferilli in una scena di Io e Lei  Margherita Buy e Sabrina Ferilli in una scena di Io e Lei

 

Siamo andati a vedere Io e Lei di Maria Sole Tognazzi, il film che mette in scena la storia d’amore, con tutti i suoi se e i suoi ma, tra Sabrina Ferilli e Margherita Buy e poi abbiamo chiesto a Benedetta e Francesca, sposate nella vita reale, di vederlo per noi. Perché ci sembrava troppo facile parlare di leggerezza, ipocrisia e diritti senza però provare una reale immedesimazione.

Il film, prodotto da Indigo Film, Rai Cinema e Lucky Red, ha ottenuto un buon risultato al Box Office italiano e in questi giorni in cui si discute per la votazione sull’approvazione delle Unioni Civili e sulla Stepchild adoption, a quanto pare tutto slittato al 2016, ha avuto un’attenzione particolare da molti spettatori.

 

 

Il nostro appuntamento è per pranzo, in centro a Milano, arriva prima Benedetta, attrice di teatro e da poco impegnata professionalmente anche nel sociale, viso duro, voce profonda, sguardo sincero. Poi arriva di corsa Francesca, informatica, occhi chiari, capelli biondi, schietta e determinata. Serve poco a capire chi delle due è la più istintiva e chi la più razionale. Ed è immediato e spontaneo il confronto con i personaggi del film: Benedetta è la Ferilli e Francesca è la Buy.
Francesca e Benedetta hanno da poco superato i 40, stanno insieme da più di due anni e da maggio sono non-ufficialmente sposate. Ma avremo il tempo per parlare anche di quello. Di amici gay ne ho parecchi, ma non nascondo che in questo caso non avevo la piena consapevolezza di quanto potessi chiedere a Benedetta e Francesca della loro storia, delle loro abitudini, di figli, matrimoni e fede.

 

Francesca e Benedetta, non-ufficialmente-sposate da cinque mesi  Francesca e Benedetta, non-ufficialmente-sposate da cinque mesi

 

Film promosso o bocciato?
Benedetta: Promosso. Ci siamo immedesimate nella quotidianità raccontata dalla Tognazzi. C’è anche in noi questa voglia nella normalità di confrontarci, quegli sguardi, quei silenzi e quelle attese. È un film pulito, senza pretese. Credo che la regista volesse raccontare una storia normale con delicatezza. Si, io l’ho trovato molto pertinente.
Francesca: Io ho dato più attenzione agli sguardi che alle parole. Mi è sembra che la macchina da presa abbia colto le sensazioni. Alla fine quello che succede a loro due può succedere a chiunque. È un problema di comunicazione. Nel film è la Buy che vive una crisi chiudendosi in se stessa e non parlandone. Per paura di dirsi “io sono socialmente a posto, non ho nulla di cui vergognarmi”.

Rispetto alle critiche rivolte alla Tognazzi sulla scelta del niente nudi, niente sesso voi come vi ponete?
Francesca: Non ci è sembrata una mancanza. Mi viene in mente il film La vita di Adele, dove c’era anche troppa roba, troppe scene ripetitive di sesso, troppe sculacciate. In Io e Lei non dico di non averci fatto caso, perché ammetto che c’era la curiosità anche un po’ morbosetta di vedere come la Ferilli bacia la Buy, se usano la lingua e se sono credibili, ma superato quell’attimo questo aspetto non mi è mancato per niente. Non doveva essere centrato sull’accettazione del bacio tra due donne o l’accettazione del bacio tra due attrici che conosciamo, molto contemporanee. Certo c’è una differenza su come bacia la Ferilli rispetto alla Buy e secondo noi la Ferilli si sarebbe anche spinta un po’ più in là.
Benedetta: Si, contano molto di più i gesti piuttosto che vedere due donne nude a letto.

 

Margherita Buy e Sabrina Ferilli in una scena di Io e Lei  Margherita Buy e Sabrina Ferilli in una scena di Io e Lei

 

Nel film Federica, la Buy, è quella che ancora ha dei dubbi rispetto alla scelta che ha fatto, anche nel dichiararlo. Può ancora succedere anche dopo anni?
Francesca: Certo, credo che tutti noi li abbiamo avuti sia per condizionamenti sociali, sia per non accettazione. I tempi erano anche diversi, adesso è molto più semplice e meno nascosto. La non accettazione della propria omosessualità succede nella maggior parte dei casi, difficilmente si trovano persone che l’hanno vissuto senza dubbi o altro. Però io, come la Buy nel film, non ho interesse a doverlo per forza dire al lavoro, ma non perché non lo voglia far sapere, ma perché chi se ne frega, quello che conta è la professionalità.

Si discute sempre molto rispetto alle unioni civili, all’adozione e alle tematiche legate ai diritti omosessuali e l’Italia continua a restare indietro, voi siete speranzose o disilluse?
Francesca: Crediamo che cambieranno le cose, siamo lenti in Italia, ma di cambiamenti nell’arco degli anni ne abbiamo visti e vogliamo essere positive rispetto a questo. È solo una questione politica e di religione, ma Bergoglio sembra stia smarcando anche questo. C’è un problema, e lo capisco, non tanto sul matrimonio quanto sulle adozioni. Sul matrimonio secondo noi sono quasi tutti convinti, ma sull’adozione c’è ancora un po’ di cui parlare. Confesso di essere anch’io molto razionale rispetto a questo argomento. Ne discutiamo tanto io e Benedetta, lei vorrebbe fare un figlio subito però io sono molto più prudente e cauta. Un bambino è un bambino. Non si scherza.

 

Margherita Buy e Sabrina Ferilli in una scena di Io e Lei  Margherita Buy e Sabrina Ferilli in una scena di Io e Lei

 

Però mi sembra un tipo di paura che potrei avere anche io… o forse no?
Benedetta: Si, la paura è la stessa, ma io non ce l’ho. Io sono più istintiva. Per Francesca la paura è legata più alla crescita del bambino all’interno della società, non all’interno di un rapporto omosessuale. Io penso che se il desiderio è così grande si possa superare qualsiasi tipo di paura purché ci sia amore incondizionato da parte nostra e del nostro nucleo famigliare. Compreso il padre, che deve essere presente come figura maschile. Ci fa un po’ di timore il “dove” crescerlo, qui in città o in un posto più tranquillo.

Non pensate che in città ci sia più apertura nell’accettare un bambino cresciuto da due donne, o da due uomini, rispetto alla realtà di paese?
Francesca: In realtà credo che dipenda molto da quali donne o quali uomini crescano il figlio. Non ho timori su quello che potrei dare a lui. Il mio timore è legato anche al mio vissuto, io non ho conosciuto mio padre e mi è mancata la sua figura. È stato un dolore nella mia vita. Quindi quello che mi fa desistere da questo è unicamente legato alla figura paterna. Che ruolo deve avere? Centrale, periferico, autonomo? Io non vorrei mai che mio figlio provasse il mio stesso dolore. È una paura mia intima, non legata alla società, perché non voglio che un giorno lui possa dirmi che sono una stronza.

Quindi vorreste un padre presente nella vita del bambino?
Benedetta: Assolutamente.
Francesca: Si certo, ma non è facile, trovare il padre giusto e che poi non abbia pretese.

È mancato secondo voi questo aspetto nel film?
Francesca: Beh, nel film Bernardo (il figlio di Margherita Buy avuto con il suo ex marito, interpretato da Domenico Diele) effettivamente mostra un po’ di sofferenza. Ma non sembra soffrire per il fatto che la madre sia andata con una donna e il padre con una ragazzina, quanto più per la mancanza della collettività famigliare.

 

Margherita Buy e Sabrina Ferilli in una scena di Io e Lei  Margherita Buy e Sabrina Ferilli in una scena di Io e Lei


Voi lo scorso maggio avete festeggiato la vostra unione e vi siete sposate emozionate e circondate dalle persone a voi più care. Ma non vi da fastidio che effettivamente manchi una legge che definisca o ufficializzi la vostra unione?
Francesca: No, ma perché io mi dicevo: “Ma che bisogno c’è?”. Ci ho messo un po’ a dire di si.  Stavamo bene, siamo noi, che bisogno c’è di ufficializzare? Quello che mi manca è il fatto della tutela. Se a me dovesse succedere qualcosa? Ecco, la spina nel mio cuore in questo Paese è questa. La figura del compagno è trasversale, marito, moglie, amica. La sento come un’ingiustizia.
Benedetta: Sposandoci noi avevamo solo il desiderio di comunicare il nostro amore. Poco importa che non fosse ufficiale. Volevamo essere felici e dimostrare che si può esserlo. È naturale che vorremo anche noi essere tutelate dal punto di vista sanitario in primis. Ma si arriverà anche a quello ne siamo convinte.

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