Musica
di Simone Stefanini 5 Maggio 2016

Il Baffo è uscito dal gruppo: vita e leggende dei Ricchi e Poveri in 10 eventi chiave

Quanto ci mancherà l’apporto di Franco Gatti. Noi intanto ripercorriamo la storia del pop italiano degli ultimi 50 anni con una top ten indimenticabile

ricchi e poveri last.fm

 

In questo 2016 nefasto, del tutto nocivo per quelli che cantano e hanno più di 30 anni, ecco abbattersi un’altra tegola che in un batter d’occhio ridicolizza e mette in secondo piano tutto quel casino che hanno fatto i Radiohead per lanciare il nuovo singolo: Franco Gatti, lo storico Baffo dei Ricchi e Poveri, lascia la band dopo quasi 50 anni di attività insieme. È stanco e vuole dedicarsi alla famiglia. Come biasimarlo, dopo il tremendo lutto di tre anni fa.

Eppure, nonostante sia più che legittimo volersi riposare dopo tanti anni di onorato servizio per il pop italiano, a noi mancherà la sua faccia buffa da impenitente latin lover e il suo caratteristico nasone sopra gli storici e stoici baffi. La sua voce invece ci mancherà un po’ di meno, per il discorso che essendo il basso del quartetto prima e del trio poi, in realtà si è sempre sentita poco, tranne per qualche momento illuminato.

In ogni caso i Ricchi e Poveri sono talmente transgenerazionali che ognuno ha il suo ricordo: i nonni e i genitori ricordano il quartetto dei tempi del bianco e nero, i tipi cresciuti negli ’80 hanno tatuato nella mente il trio dai suoni electro pop, quelli più giovani invece li hanno visti nelle trasmissioni Rai e Mediaset in cui vengono tuttora ospitati per mimare i grandi successi. È il momento di ripercorrere la loro strabiliante carriera.

 

1) All’inizio erano un quartetto

ricchi e poveri wikipedia.org

Genova, 1968. Angelo Sotgiu era un operaio, Franco Gatti lavorava alla ESSO, Angela Brambati era una benzinaia. Chiamano dentro un’amica di Angela, marina e formano un gruppo vocale in stile Mamas & Papas: il biondo ha una voce mega alta, un po’ come la brunetta, mentre la vamp e il nasone hanno una voce bassa. Notare anche le tutine niente male e la dolorosa assenza di baffi dal volto di Franco Gatti.

 

2) Il primo a credere in loro è stato Fabrizio De André

ricchi e poveri gds.it

La foto qui sopra è magnifica e vede i 4 totalmente presi nel turbine degli anni 70: camicie col colletto killer, capelli che sembrano parrucche dei cinesi, quel filo di trucco stile Cleopatra e lo sguardo del sesso, specialmente nella figura in alto a destra. Ci pensate che il primo che ha creduto nella neonata band è stato quel Fabrizio De André schivo, impegnato e tetro degli esordi? Organizza per il quartetto (che ai tempi si chiamava Fama Medium) un provino per una casa discografica di Milano, ma i ragazzi non vengono presi, mandando su tutte le furie Faber.

 

3) Il nome Ricchi e Poveri è un’idea di Franco Califano

ricchi e poveri cverdier.blogspot.com

Una copertina eccitante che reca lo squadrone al completo, in un paesaggio preso probabilmente da Mad Max. I biondi da un lato, i mori dall’altro, in una situazione perversa ed eccitante. Finalmente col nome Ricchi & Poveri, che gli è stato affibbiato da Franco Califano con la seguente didascalia: “siete ricchi di idee e poveri di soldi”.

 

4) Angelo si è tinto i capelli di biondo per esigenze sceniche

ricchi e poveri tgcom14

Franco Califano dà anche consigli di look ai 4: biondi si sarebbero dovuti vestire da borghesi, i mori da straccioni. Nè Marina né Angelo erano biondi naturali e quindi si sono dovuti ossigenare i capelli. per le donne dell’epoca era una cosa normale, per gli uomini un po’ meno e così anche la madre di Angelo scelse di tingersi i capelli di biondo, per far sembrare quelli del figlio del tutto genetici. Che tenerezza.

 

5) Le grandi esibizioni ai tempi del bianco e nero

La bellezza di questa canzone. Insieme a La prima cosa bella è stata uno dei grandi successi del quartetto negli anni ’70. In questa versione potete sentire la peculiarità di tutte e 4 le voci. Con questi due pezzi, i R&P arrivano secondi a Sanremo nel ’70 e nel ’71.

 

6) L’abbandono di Marina e Sarà perché ti amo

Tra alti e bassi passa il decennio dei pantaloni a zampa d’elefante e arriva quello dei capelli improbabili. Marina Occhiena lascia la band, anzi, viene invitata ad andarsene da una furiosa Angela, si dice per storie legate a uomini e gelosia. Insomma, il quartetto diventa trio e con questa canzone scritta da Pupo, sbanca le classifiche in Italia e all’estero. Intanto le strane facce e mossette della brunetta sono diventate sempre più evidenti. Con gli anni diventeranno un marchio di fabbrica.

 

7) La vittoria a Sanremo

Prova una, prova due, prova cento, poi alla fine sono arrivati primi al Festival di Sanremo del 1985, in piena euforia ’80. Notare le chitarre a caso in un pezzo tutto synth, il playback mostruoso, il female mullet di Angela e soprattutto il cardigan di pelle di Angelo, una roba che oggi è fortunatamente illegale, la cui detenzione sfocia nel penale. Comunque nostalgia canaglia.

 

8) La partecipazione a Music Farm

ricchi e poveri digilander.libero.it

Non sembra vero, eppure nel 2004 tutta questa bella gente ha partecipato alla prima edizione di Music Farm, il reality di Rai 2 in cui i musicisti ex famosi cantano cover e diventano pazzi. Il trio delle meraviglie si classificò terzo dopo Riccardo Fogli e Ivan Cattaneo. Ma avete presente assistere a tutti gli sbrocchi di Loredana Bertè?

 

9) L’abbandono di Franco Gatti

Per ricordare lo straordinario apporto che Franco Gatti ha dato al pop italiano e ai Ricchi e Poveri, il video di Voulez vous danser, in cui incredibilmente, il nostro canta la strofa principale, riempiendoci di stupore, anche per via del grande numero di ragazze discinte nel clip.

 

10) Hanno venduto 22 milioni di copie di dischi

ricchi e poveri butterflymusic.it

 

L’ultimo punto, il più importante: quando si arriva a fatturare, vincono loro. Sono tra gli artisti italiani col maggior numero di dischi venduti. Si parla di 22 milioni, non di quei 4 o 5 che servono oggi per il disco d’oro. Prego ragazzi, inchinarsi alla superiorità dei Ricchi e Poveri.

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