Dailybest.it
  • Cronaca
  • Politica
  • Salute
  • Economia
  • Sport
  • Viaggi
  • Cinema e Tv
  • Cultura
  • Lavoro
  • Scienze
  • Scuola
No Result
View All Result
  • Cronaca
  • Politica
  • Salute
  • Economia
  • Sport
  • Viaggi
  • Cinema e Tv
  • Cultura
  • Lavoro
  • Scienze
  • Scuola
No Result
View All Result
Dailybest.it
No Result
View All Result
Home Natura

La storia degli ultimi due rinoceronti bianchi

by Giulio Pons
26/08/2019
in Natura
0
La storia degli ultimi due rinoceronti bianchi

By Zigomar - Own work, CC BY-SA 3.0, Wikimedia

Il rinoceronte bianco africano del nord si sta per estinguere, ne esistono infatti solo due esemplari. Questa situazione è dovuta al suo corno che non è fatto di avorio, ma bensì di cheratina come le nostre unghie. Avete letto bene. Quindi non è colpa del corno, ma della incredibile stupidità dell’uomo.

Purtroppo nei paesi orientali si ritiene che questo corno abbia ampie qualità medicamentose e ciò ne ha spinto in alto il prezzo, ha portato al bracconaggio e, ormai, all’estinzione. Ovviamente delle sue proprietà mediche non c’è traccia significativa in alcun testo scientifico.

Il rinoceronte bianco africano, del Nord e del Sud

Torniamo agli ultimi esemplari. Il rinoceronte bianco africano ha due sottospecie, quella del Nord e quella del Sud. Quello ormai estinto è quello del Nord, nel 1960, si valutava che ne esistessero 2360 esemplari in libertà,  ma bracconaggio e guerre civili fecero scendere il numero a solo 15 esemplari nel 1984, tutti in un parco nazionale in Congo. Negli anni successivi le azioni per proteggere questi animali diedero dei buoni risultati tanto che nel 2003 ne vennero censiti 30. Ma, come si sa basta perdere un po’ l’attenzione e in un attimo ecco il disastro del bracconaggio: nel 2003 non ci sono più rinoceronti bianchi del Nord liberi nel parco nazionale Garamba.

Gli ultimi quattro rinoceronti bianchi del Nord: Fatu, Najin, Sudan e Suni

Scatta allora la conta mondiale e vengono passati in rassegna gli zoo. Ci sono ancora due femmine di rinoceronte bianco nate in cattività in uno zoo della Repubblica Ceca, si chiamano Najin e Fatu e sono madre e figlia. Vi sono anche altri due maschi Sudan e Suni e nasce un progetto internazionale per riportare tutti i rinoceronti sparsi nel mondo a Ol Pejeta, una riserva in Kenya. Nel 2009 sono tutti e quattro insieme, nel loro ambiente naturale in Africa, ma nonostante ciò gli animali non si riproducono più naturalmente, nel 2014 muore Suni e a marzo del 2018 muore Sudan.

Ecco allora che dove la natura non può farcela più da sola, ci prova l’uomo e dopo tanti danni vediamo se riesce a sistemare le cose! E’ notizia di questi giorni che una equipe di veterinari e biologi esperti sono riusciti a prelevare alcuni ovuli dalle due femmine, dopo che nel 2018 venne congelato lo sperma dell’ultimo maschio. Un altro gruppo di scienziati, nel frattempo, è al lavoro per ampliare il patrimonio genetico altrimenti troppo scarso per portare avanti la specie e sta cercando di assemblare artificialmente nuovi gameti dai tessuti epiteliali di 12 rinoceronti bianchi opportunamente conservati.

Visto che né Fetu né Naijn sono in grado di sostenere una gravidanza, la fecondazione in vitro verrà poi portata avanti da esemplari della subspecie del Sud. Se mai si dovesse riuscire in questa complicatissima operazione c’è da sperare che il puro rinoceronte bianco del Nord partorito da rinoceronti bianchi del Sud sia effettivamente in grado di riprodursi e che non sia un ibrido sterile.

Staremo a vedere, a detta di tutti le possibilità di farcela sono poche e comunque la specie è già classificata come estinta in natura. Questa ricerca speriamo almeno permetta di essere più pronti a salvare la prossima specie che porteremo sull’orlo dell’estinzione.

 

Tags: ambienteanimalinewsscienza
Giulio Pons

Giulio Pons

Ingegnere del software, ha superato i quaranta ed è un papà felice. Vive internet come la normalità. Ha fondato Rockit.it e Dailybest.it e lavora a Better Days come programmatore e responsabile dell'area tecnologica.

Next Post
La foresta amazzonica produce davvero il 20% dell’ossigeno mondiale?

La foresta amazzonica produce davvero il 20% dell'ossigeno mondiale?

Articoli recenti

  • L’Isola dei Famosi, il cachet di Adinolfi è un caso, cifra astronomica: perché prende di più degli altri
  • Crisi nera a Un Posto al Sole: la guerra ai Cantieri scuote Napoli, rivelazione choc in TV. Le anticipazioni
  • Sono meraviglie UNESCO in Italia ma in pochi conoscono queste mete: quante ne hai visitate?
  • Casa sempre fresca, il trucco che ti permette di risparmiare una barca di soldi: in più è semplicissimo
  • Pino Insegno, chi è la bellissima moglie del conduttore: lei famosissima attrice
  • Redazione
  • Privacy Policy
  • Disclaimer

Copyright © 2025 Dailybest.it proprietà e gestione multimediale di Too Bee Srl - Via Giovanni Guareschi 39 - 00143 Roma - P.Iva 17773611003 - Questo blog non è una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001

Change privacy settings
×
No Result
View All Result
  • Cronaca
  • Politica
  • Salute
  • Economia
  • Sport
  • Viaggi
  • Cinema e Tv
  • Cultura
  • Lavoro
  • Scienze
  • Scuola

Copyright © 2025 Dailybest.it proprietà e gestione multimediale di Too Bee Srl - Via Giovanni Guareschi 39 - 00143 Roma - P.Iva 17773611003 - Questo blog non è una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001