Nel suo nuovo film, il regista immagina la terra e i suoi luoghi, i suoi oceani, i suoi deserti, le sue strade, i suoi grattacieli, capovolti e risucchiati lentamente da un buco nero, fino a sparire. Alla fine, il silenzio e il buio. Il nulla al posto di un pianeta acceso che non esiste più.
La terra prima di essere risucchiata si immerge in una serie vertiginosa di trasformazioni e distorsioni del paesaggio e della sua vita cittadina. Taxi, semafori, un’intera foresta: tutto si lancia in aria verso l’alto prima di scomparire. Sotto, la voce incalzante di Alan Watts, filosofo e scrittore inglese che lentamente espone la “prospettiva di svanire”.
Un film inquietante quanto basta che focalizza sull’accettazione della morte, data l’interpretazione dello stesso regista: “Un giorno questo finirà e non rimarrà nulla. […] Non è qualcosa da temere, “perché veniamo dal nulla” come dice Alan Watts…e dal nulla viene qualcosa di nuovo. Allo stesso modo, in misura molto minore, questo progetto è nato mettendo insieme materiale vecchio e inutilizzato per creare qualcosa di nuovo“, scrive Paul Trillo sotto il suo film, girato “da qualche parte al largo della costa di Malibu e dell’Universo“.