Viaggi
di Gabriele Ferraresi 13 Gennaio 2020

A meno di un’ora da Torino c’è un castello dimenticato pieno di segreti e di tesori

Il Castello di Agliè è stato set di fiction famose, ma quello è solo l’ultimo dei motivi per cui vale la pena di visitarlo

Ogni tanto ci piace accompagnarvi in giro per l’Italia nascosta al di fuori delle destinazioni più note: così oggi andiamo in Piemonte, a neanche 45 minuti d’auto da Torino, per visitare il Castello di Agliè, una meravigliosa fortezza medievale oggi un po’ dimenticata, ma decisamente da visitare. Vediamo un po’ la storia di questo edificio imponente che ha attraversato indenne secoli e secoli di storia per arrivare intatto – o quasi – fino a noi.È probabile che il primo nucleo del Castello di Agliè nacque intorno al secolo XII, ma sappiamo con certezza che solo molti secoli dopo, nel 1646, l’edificio cominciò a prendere, lentamente, le forme che vediamo oggi.

Nel 1763 fu comprato dai Savoia – ancora ben lontani dall’essere sovrani d’Italia, ci sarebbe voluto quasi un secolo per arrivare al 1861 e a Vittorio Emanuele II – ma era tenuto quasi “in disparte” tra le proprietà di una casata tra le più potenti dell’epoca.

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I Savoia all’epoca intervennero sia sul castello che sulla zona circostante, che sul borgo, grazie al progetto dell’architetto Ignazio Birago di Borgaro, chechiamò ad Agliè artisti cari alla corte torinese: i fratelli Filippo e Ignazio Collino per la statuaria delle fontane, lo stuccatore Giuseppe Bolina per gli apparati decorativi del grande atrio d’ingresso. Furono inoltre sistemati i giardini e il parco, risolto in termini di rigorosa simmetria verde, con uno specchio d’acqua lungo l’asse longitudinale“. In quell’epoca il castello di Agliè doveva essere al culmine dello splendore.

Oggi, volendo, potreste acquistare non il Castello di Agliè, ma Palazzo Birago di Borgaro – dal nome dell’architetto cui la real casa commissionò il progetto dei lavori – con vista sul Castello per circa un milione di euro: ma forse si può trattare al ribasso, anche perché sono anni che il demanio cerca di venderlo senza successo e le ultime notizie lo danno ancora lì, dimenticato, senza nessuno che voglia tirare fuori un milione di euro circa per prendersi in carico una piccola meraviglia italiana.

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Ma restiamo al nostro Castello di Agliè e agli anni successivi ai Savoia, quelli della dominazione napoleonica, dove il castello attraversa un periodo buio: intorno al 1823 però l’edificio torna dei Savoia che ne aggiornano ancora una volta gli appartamenti e il giardino e lo rifiniscono nuovamente, lasciandolo più o meno come lo vediamo oggi.

Nel 1939 infine i Savoia vendono al demanio il castello, che viene trasformato in sostanza in un museo di se stesso, vista la quantità di meraviglie che contiene.

Circa una decina di anni fa, il Castello di Agliè ebbe un momento di celebrità legato alla fiction: Elisa di Rivombrosa infatti veniva girato (anche) lì, proprio nell’affascinante Castello di Agliè. Si dice che quella inattesa popolarità portò centomila visitatori all’anno, svaporati nel nulla una volta che la fiction terminò.

Una storia un po’ triste, come racconta La Stampa, di “turismo da fiction” che prima illude e poi scompare. E oggi?

Oggi il Castello di Agliè è ancora un luogo magico, non troppo visitato e da passare a trovare sicuramente se volete conoscere una bellezza d’Italia splendida e un po’ dimenticata, al di fuori delle rotte più affollate del turismo tradizionale.

Da qualche tempo si può visitare anche di domenica. Quanto costa? Pochissimo. È aperto da martedì a domenica dalle 8.30 alle 19.30, mentre i biglietti costano 4 euro per il piano nobile, e 4 euro per le cucine reali.

Una chicca perfetta per una gita fuori porta, un po’ come la Scarzuola di Tomaso Buzzi, in provincia di Terni, o Calcata, oppure Civita di Bagnoregio, o anche Villa Grock a Imperia, il Parco dei Mostri di Bomarzo nei pressi di Roma o il Ninfeo di Lainate se vi trovate a Milano. L’Italia è piena di queste meraviglie dimenticate, basta cercare un po’.

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