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di Mattia Nesto 26 Ottobre 2020

Perché fareste bene a leggere Megazinne

Abbiamo intervistato le fondatrici di una delle riviste online più interessanti del momento

Uno dice: ma piantala di passare tutto il pomeriggio a guardare le tette su Instagram. Eppure, al di là della facile battuta, non abbiamo scoperto tanto diversamente Megazinne, ovvero una rivista online (qui  il loro sito dove con una donazione si può scaricare il primo numero) che si è, fin da subito, contraddistinta per una serie di post molto curiosi su Instagram. Tutto il mondo di Megazinne, com’è logico intuire, ruota attorno alle tette ma, finalmente, dal punto di vista anche delle ragazze e, per di più, con un nobile, anzi nobilissimo scopo. Per questo motivo abbiamo subito contattato la fondatrice Ilena Ilardo e la graphic designer Giulia Vigna per saperne di più.

Megazinne come, dove, quando e perché nasce?

Megazinne nasce durante il lockdown di Marzo da un’idea di Ilena, già editor in ambito finanziario, che, stanca di trattare di bond e spread, ha deciso di dedicarsi a un argomento che le sta particolarmente a cuore: le tette.

Sappiamo però che, praticamente fin dall’inizio, c’era un nobile scopo dietro, sia sociale-culturale sia nei confronti della ricerca…

Siamo personalmente molto legate sia al tema della percezione del corpo femminile tramite i media che alla causa della lotta al tumore. Abbiamo quindi scelto LILT Firenze come associazione con cui collaborare per il nostro magazine perché, insieme a ISPRO, è particolarmente incentrata sul recupero psicologico delle donne dopo la rimozione del seno per cause oncologiche.

Che tipo di risposta avete avuto dalle persone che avete contattato per arricchire il vostro magazine?

Super positiva – nonostante non sia facile per nessuno lavorare senza retribuzione. Ma la causa ci ha spinto a metterci il cuore.

Dal punto di vista degli argomenti, quali sono i vostri capisaldi?

Tette, tette, tette. Abbiamo svolto il tema e declinato sotto diversi aspetti della cultura popolare, usando le tette come ‘sineddoche’: la parte per il tutto, il seno per simboleggiare l’intero corpo femminile e parlare delle battaglie che vengono combattute su di esso.

A proposito saremmo curiosi di saperne di più sulle modalità di “costituzione” della redazione. Come avete scelto la vostra squadra?

La redazione in realtà consiste di sole due persone, Ilena, editor e direttrice della rivista, e Giulia, graphic designer. Ci conosciamo da quando ancora non avevamo le tette, ovvero dalla prima elementare.

Qual è un obiettivo, diciamo nel breve termine, che vi date come Megazinne?

In questi primi periodi di attività come sono i feedback? Vi vediamo molto attive/i su Instagram…L’obbiettivo è diffondere il magazine più possibile e raccogliere soldi per la causa. Abbiamo raccolto 1.800 euro in un solo giorno dopo l’uscita di Megazinne, ma Miriam a molto di più.

E invece, come domanda finale, da qui a un anno dove vi piacerebbe “vedere” Megazinne?

Speriamo di vederlo presto stampato in cartaceo (dita incrociate) e di riuscire a produrre un secondo numero, chissà.

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