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Home Geek

Nobody Wants to Die: un hard boiled cyberpunk

by Mattia Nesto
29/07/2024
in Geek
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Nobody Wants to Die: un hard boiled cyberpunk

Plaion con Nobody Wants to Die ci regala una delle migliori sorprese videoludiche dell’estate.

Nobody Wants to Die ha una trama ricca di colpi di scena

Quando, ad un’altezza praticamente incalcolabile, mi sono sporto giù, per vedere, invano, l’ultimo piano del mega grattacielo dove stavo, ho capito che Nobody Wants to Die era un gioco con carattere. Intendiamoci, il titolo distribuito da Plaion è un’ottima avventura grafica, si sarebbe detta una volta, anche, se non soprattutto per una storia avvincente e artigliata (ci arriveremo), ma è l’atmosfera ad avermi totalmente stregato. Infatti la commistione tra un racconto hard boiled del classico “agente alcolizzato e perso nel ricordo di un passato che non può più tornare” unito ai temi come la conquista della vita eterna, i corpi sintetici, una società ultra-capitalistica tipici del cyberpunk mi hanno fatto esplodere la testa.

Già perché questo videogioco è, sul serio, un ottimo esempio di come l’immaginario à la Blade Runner abbia ancora molto da darci, soprattutto se in un’avventura investigativa come questa le scelte che si compiono sono effettivamente delle scelte importanti e modificanti la trama. Il titolo, che si può concludere in circa sei ore, ha infatti una profondità molto interessante, a mio avviso decisamente superiore rispetto, giusto per fare un esempio simile ma non troppo, agli ultimi lavori di Daniel Cage. Qui infatti non ci sono praticamente mai delle situazioni scontate ma, per citare un aspetto che ho particolarmente adorato, anche i monologhi tra sé e sé del nostro protagonista sono sempre funzionali, mai pleonastici e scritti davvero bene. Ottimo scelta poi quella di dotarci di una comprimaria, o per meglio dire di un’assistente, Sarah, che non vediamo mai, ma che è una costante voce, una specie di codec che passo passo ci accompagna in questo nostra indagine non ortodossa. Ci sono anche degli elementi, soprattutto quelli etici, scientifici e filosofici che non solo mi hanno fatto ricordare Cyberpunk 2077 (soprattutto uno dei suoi finali) ma anche Bioshock (sia l’1 come il 3). Anche la scelta di inserire, di tanto in tanto, dei cartoon “esplicativi” di certe dinamiche della società, va proprio in quella direzione.

Nobody Wants to Die ha una grande direzione artistica

E a proposito di direzione, diciamo così, la direzione artistica è potente e ben calibrata, con alcune vette, come ad esempio gli scorci a capofitto su questa New York del futuro, marcia e corrotta fino al midollo, che mozzano davvero il fiato. Nobody Wants to Die, lo avete capito, mi ha sorpreso in positivo e se la sua durata potrebbe essere da qualcuno reputata come “troppo breve” per quanto mi riguarda è un assoluto pro. Quando, in certe “missioni”, si sentiva un po’ troppo gracchiare il motore e pareva che elementi già citati venissero a galla con troppa insistenza, ecco che il cambio di atmosfera, non dico di livello ma ci siamo capiti, non lasciava mai spazio alla noia, ma anzi. Anche il sistema di raccolta degli indizi “sul campo”, con elementi molto simili alla braindance di Cyberpunk l’ho trovato molto acuto, per certi aspetti anche meglio realizzato rispetto al videogioco di CD Project. Forse avrei preferito maggiore libertà di approccio in certi frangenti, come ad esempio il segmento del “bar dirigibile”, ma mi rendo perfettamente conto che avrebbe richiesto un esborso di risorse troppo ingente. Insomma, per tirare le fila Nobody Wants to Die è una gran bella sorpresa, un gioco magnifico da provare sia da solo sia in coppia sia in compagnia: e poi, fidatevi, un film hard boiled ha sempre il suo fascino, anche tra 300 anni. Un videogioco da 8.9, solidissimo, bellissimo da esperire, come un grande vecchio film.

Tags: newsNobody Wants to Die
Mattia Nesto

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