TV e Cinema
di Mattia Nesto 11 Luglio 2018

10 anni fa usciva Batman – Il cavaliere oscuro di Nolan ed è ancora un capolavoro

Basterebbe l’interpretazione di Heath Ledger-Joker per fare de Il Cavaliere Oscuro di Nolan un capolavoro

Sì lo sappiamo, c’eravate anche voi e ci ricordiamo bene le facce che avete fatto, anzi che abbiamo fatto tutti durante la prima scena: riprese dall’alto di colossali grattacieli su cui, con impressionante agilità, si muovono una banda di quello che scopriremo essere rapinatori. Tutti indossano una maschera un po’ inquietante da clown, ognuna leggermente diversa e ad ogni loro azione corrisponde un grado di violenza maggiore. In un crescendo ritmato perfettamente dalla colonna sonora ansiogena curata dal Nostro Signore degli archetti  Hans Zimmer, via via i rapinatori, adesso riusciti a penetrare in una banca di massima sicurezza, sono sempre meno.

Fino a che gli ultimi due, in un vero e proprio massacro, si sfidano in una sorta di inedito duello ma, all’ultimo momento, ecco che quello che aveva la maschera da clown forse più convenzionale fa un passo indietro e bum, l’altro viene travolto da un autobus che a tutto velocità sfonda la parete permettendo al primo rapinatore la fuga. Quel rapinatore è, ovviamente, il Joker di Heath Ledger e in quei primi cinque minuti di film era già chiaro ed evidente che  Batman – The Dark Knight è un fottuto capolavoro.

 

 

Già perché il film firmato da Cristopher Nolan ed uscito esattamente dieci anni non è una grande opera solo perché vede forse uno dei migliori cast di sempre della storia del cinema, dallo strepitoso e tristemente famoso Heath Ledger passando per un solidissimo Batman/Christian Bale e gli eccezionali Alfred/ Michael Caine e Tenente Gordon/ Gary Oldman sino ai bravissimi Rachel/ Maggie Gyllenhaal  e Harvey Dent/ Aaron Eckhart, no non solo per quello. Ma anche e soprattutto perché Batman – The Dark Knight è il primo film che ha trattato i supereroi non soltanto come un prodotto industriale buono per ragazzini nerd e per ultra-appassionati.

 

 

Nolan e compagni hanno maneggiato Batman con la stessa gravità e serietà di una tragedia greca, presentando e facendo scontrare un protagonista “senza macchia” che per riuscire nella sua impresa dovrà, necessariamente entrare in conflitto con la propria stessa coscienza (mettendo a repentaglio la vita di chi vuole bene) e un antagonista completamente pazzo e scatenato che, finalmente, non è mosso da nient’altro che una cieca follia perché, come dice lo stesso Alfred, “alcuni uomini vogliono semplicemente veder bruciare il mondo”. Ma in fondo ogni personaggio di questo film è destinato, prima o poi, a fare i conti con il lato più oscuro ed anche pauroso del proprio io. Non è un film di eroi in calzamaglia questo ma come Freud o Jung avrebbero visto il mondo se fossero nati all’epoca dell’Ipod.

 

 

Dal punto di visto delle battute, oltre che delle scene registiche tanto belle da sembrare irreali (vogliamo parlare della “puntatina” cinese di Batman con il Cavaliere Oscuro che penetra in un enorme palazzone di vetro con tanto di evasione grazie ad un caccia coreano a cui si aggancia in volo?), Batman – The Dark Knight compie un salto di qualità, specialmente per un film di supereroi. Qui non si parla più à la Spiderman, ovvero tutto guizzi e giochi di parole degni di un ragazzo del Queens, no qui ogni battuta è ponderata e teatrale, e le meravigliosi voci da attori shakespeariani (da ascoltarsi in lingua originale) di Gary Oldman e Michael Caine rendono ancora più bella ed epica l’opera. Opera che, tuttavia, è bene non dimenticarlo è anche un film d’azione con i controcazzi.

 

 

Infatti, oltre alla già citata scena della rapina in banca o dell’assalto al grattacielo in Cina, il film è letteralmente ricolmo di momenti in cui si rimane col fiato sospeso, come nel duello tra la Bat-Mobile mai così potente e distruttrice e, addirittura, un autoarticolato  di decine di tonnellate. Ma oltre a questo Nolan  non mette soltanto in scena pupazzoni pieni di muscoli buoni per vendere qualche giocattolo o videogioco in più (vero Joel Schumacher, regista di Batman&Robin?) ma sia Batman come Joker sono due uomini, nettamente agli antipodi, destinati però, volenti o nolenti, ad avvicinare di molto le proprie visioni del mondo.

Se Joker infatti pensa che tutto sia marcio e l’umanità irrimediabilmente corrotta e quindi tanto vale darsi ad una violenta follia omicida, Batman cerca ci tenere fede sino all’ultimo alla sua fiducia nella giustizia e, un po’ alla Rousseau, nella bontà dell’essere umano. Da questo film in avanti non abbiamo più guardato i supereroi allo stesso modo: erano diventati per tutti, vecchiardi esclusi, qualcosa di tremendamente serio.

 

 

Sappiamo come andranno a finire le cose: a decidere le sorti di Gotham City non sarà tanto un epico e spettacolare scontro tra l’Uomo Pipistrello e il Diabolico Pagliaccio ma una specie di giuria popolare di semplici cittadini, divisi equamente tra piccoli borghesi e uomini e donne benestanti dei quartieri alti e detenuti del più sudicio carcere del quartiere.

 

 

E torniamo quindi al termine di questo articolo nostalgico (stasera, di sicuro, li rivedremo per la centesima volta), il senso stesso del film si può riassumere in uno dei più epici scambi di battute della storia cinematografica moderna:

Harvey Dent: Quando i nemici erano alle porte, i Romani sospendevano la democrazia ed eleggevano un uomo per proteggere Roma. E non era un onore, ma un servizio per la comunità.

Rachel: Harvey, l’ultimo uomo che hanno eletto per proteggere la repubblica si chiamava Cesare, e non ha più rinunciato al suo potere”.

Harvey Dent: E va bene, d’accordo. O muori da eroe, o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo. Sentite, chiunque sia Batman, non vorrà farlo per tutta la vita, come potrebbe? Batman cerca qualcuno che prenda il suo mantello.

È andata proprio così. Batman non è morto  ma anzi è diventato il nostro buono-cattivo preferito di tutti i tempi.

 

 

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