TV e Cinema
di Simone Stefanini 30 Settembre 2014

Tre giorni con David Lynch al Lucca Film Festival

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foto di Maria Serena Borghini

L’evento è di quelli da non perdere. Annunciato mesi fa tra lo stupore di tutti, il Lucca Film Festival si trova sulle spalle l’onere ed il prestigio di ospitare il regista, pittore, musicista, fotografo e quant’altro David Lynch per 3 giorni di celebrazioni, screening di film, premiazioni e conferenze. Aperto al pubblico, in gran parte gratuito, ha attirato l’attenzione e la bramosia dei moltissimi fan da tutta Italia. Lucca è piccola, David Lynch è un gigante, il pericolo è dietro l’angolo.

10489752_10203668453885684_4664032440746630530_nfoto di Maria Serena Borghini

Nella conferenza stampa di sabato 27, il regista ha parlato esaustivamente di meditazione trascendentale, che pratica da 40 anni e che da 10 anni segue tramite la sua “David Lynch Foundation”, e più evasivamente di cinema. Alle incalzanti domande, ha fatto sapere che non ha al momento in progetto nessun film, anche se l’arte cinematografica è sempre nel suo cuore.

Dopo INLAND EMPIRE, girato tutto in digitale, si sta comunque affezionando di nuovo alla pellicola e questa è una grande notizia. Poi i consigli ai giovani registi, di innamorarsi di un’idea e di portarla in fondo fino alla fine, di non scendere a compromessi e di avere sempre il final cut. Ogni idea può avere un suo pubblico, l’importante è trovarlo. Insomma, un sacco di nozioni di facile consumo che chi ha seguito il regista, in parte sapeva già. L’emozione di trovarsi di fronte un artista di tale calibro è forte ma lui non si nega e alla fine dell’incontro, si dedica agli autografi, alle strette di mano e ai selfie più di Papa Francesco. Tutta la conferenza stampa la trovate qui:

10156121_10203668482246393_468980726042041680_nEnrico Ghezzi alla conferenza stampafoto di Maria Serena Borghini

I problemi arrivano con la prima vera giornata di Festival, domenica 28. Alle 17.30 è previsto un incontro con il regista sulla sua fondazione e sulla meditazione trascendentale, gratuito e aperto al pubblico, il quale accorre da tutta Italia. Ore prima, una fila enorme si riversa in strada davanti all’auditorium del complesso San Micheletto, che ospiterà al massimo 150 persone contro le 6-700 che stanno aspettando e che saranno poi fatte entrare nel chiostro adiacente l’auditorium senza poter assistere nè ascoltare l’audio. Si levano cori di protesta. Sento dire dall’organizzazione “Abbiamo fatto Peter Greenaway ma c’era meno gente”, evidentemente sottostimando la fama di David Lynch, l’ultimo regista rockstar. In molti, delusi, abbandonano addirittura la città.

In ogni caso, quando DL parla della meditazione, ne illustra i benefici ma mai si addentra nella pratica. Per quella ci sono i centri specializzati, a pagamento. Questo endorsement è l’aspetto più controverso degli ultimi anni del regista, nonostante gli abbia recato indiscutibile ed abbondante felicità.

10649808_10204471032247053_908888166962650804_nLa folla alle porte dell’auditoriumfoto di Matteo Marino, www.davidlynch.it

La sera di domenica, i più fortunati sono potuti entrare nella bellissima Chiesa di San Francesco, che può ospitare fino a 600 persone, per assistere a Lost Sounds, un concerto di musiche da film di DL eseguito dall’Orchestra Sinfonica “Luigi Boccherini”, alla presenza in prima fila del regista. Le partiture di Angelo Badalamenti per Velluto Blu, Mulholland Drive, Twin Peaks, Cuore Selvaggio ed Elephant Man di Samuel Barber hanno regalato un momento toccante ed emozionante (in certi passaggi  leggermente naif)  del quale abbiamo un video di rapina:

eccociDavid Lynch assiste al concerto in suo onore

Lunedì 29 si apre con un’altra enorme fila per entrare in San Francesco dove si terrà la lezione di cinema di DL, aperta a tutti. In realtà, più che lezione sarà una chiacchierata informale alla presenza di Nicola Borrelli, ideatore del Festival, nella quale parlerà di nuovo del potere delle idee, dell’importanza della musica nei suoi film , delle sue nuove litografie. Avrebbe voluto fare un film sulla Metamorfosi di Kafka ma sarebbe costato troppo. I momenti migliori però sono quando, a domande articolatissime e piuttosto lunghe, sorridendo risponde laconicamente “I don’t know”, oppure “It’s just a rumor”. A cuore spalancato, parla di Jack Nance e Richard Farnsworth, protagonisti rispettivamente di Eraserhead e di Una Storia Vera, venuti purtroppo a mancare.

Qualche momento non proprio esaltante quando si odono le urla di protesta dei numerosi fan rimasti fuori dalla chiesa, oppure quando viene presentato sul palco un progetto liceale svolto su Second Life (ma quella comunità non si era estinta almeno 5 anni fa?) che DL commenta con “It’s a beautiful work.” scatenando qualche risata in platea. Alla domanda di rito sul bambino di Eraserhead, DL si rabbuia per un attimo: “As many of you know, I NEVER talk about the baby.” L’incontro finisce col consueto assedio dei fan per gli autografi e le reliquie.

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La sera, prima della proiezione di Mulholland Drive, DL viene insignito del premio alla carriera e risponde così ad una domanda del critico Roy Menarini sul possibile seguito di Twin Peaks:

Questa è una domanda trabocchetto… (risate) Ho sempre detto che mi piacciono le storie che continuano, innamorarsi di un mondo e poterci andare sempre più in profondità. Quindi c’è sempre una possibilità… Aspettate e vedrete!”

video e trascrizione di Matteo Marino, www.davidlynch.it

La maratona finisce qui. In questi giorni al Lucca Film Festival è comunque possibile vedere i suoi film e la mostra Lost Visions, contenente più di 70 opere tra cui le sue più recenti litografie. Tutto il programma del Fest lo potete vedere sul sito.

L’occasione è stata veramente ghiotta, la macchina organizzativa ha avuto più di un inconveniente e dovrà lavorare sodo nelle prossime edizioni per cancellare la delusione di chi ha girato mezza Italia per poi non avere la possibilità di entrare agli eventi.  Per i fortunati che invece hanno potuto conoscere un instancabile e disponibilissimo David Lynch, questi giorni saranno senza ombra di dubbio difficili da dimenticare.

 

(Parlando di reliquie, questa è la mia:)

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