Society
di Gabriele Ferraresi 10 Novembre 2015

Tim Cook alla Bocconi: i CEO sono le rockstar di oggi

Siamo stati all’inaugurazione dell’anno accademico in Bocconi. Featuring Mario Monti, le code di fanboy Apple e gli studenti rimasti fuori

Mario Monti e Tim Cook all'inaugurazione dell'anno accademico in Bocconi. Foto: Gabriele Ferraresi  Tim Cook, Mario Monti, Andrea Sironi, all’inaugurazione dell’anno accademico in Bocconi. Foto: Gabriele Ferraresi

 

Per forza di cose meno ampia rispetto al leader carismatico originale, Steve Jobs, la mitologia che circonda l’attuale CEO di Apple Tim Cook è comunque interessante: dall’offerta di donare parte del proprio fegato proprio a Jobs – offerta rifiutata – all’omosessualità raccontata a ottobre 2014 sulle colonne di Bloomberg Business, fino alla malattia, la sclerosi multipla, che gli fu diagnosticata nel 1996.

Molto riservato, Tim Cook è stato – ed era la prima volta in Europa – ospite d’onore all’inaugurazione di un anno accademico, in Bocconi, a Milano. Noi c’eravamo.

 

La diretta in streaming - foto: Gabriele Ferraresi  La diretta in streaming – foto: Gabriele Ferraresi

 

Sapendo che è impossibile replicare i fasti dell’impero tramontato con la scomparsa di Jobs, Cook ha comunque saputo far prendere la giusta rotta ad Apple, almeno secondo l’indicatore principale. Lo stramaledetto mercato. Qualche numero? Le ultime previsioni di bilancio trimestrale per Apple raccontano di oltre 11 miliardi di dollari di utile, un fatturato a 51,5 miliardi di dollari, e altre luminose profezie per l’avvenire con cui non vi ammorbo visto che non siamo in un cda.

 

Moltissimi gli studenti della Bocconi rimasti fuori dall'evento. Foto: Gabriele Ferraresi  Moltissimi gli studenti della Bocconi rimasti fuori dall’evento. Foto: Gabriele Ferraresi

 

In pratica Apple è uno Stato, come Google, come Amazon. Sono colossi che hanno liquidità più vicine a quelle di una nazione, che a quelle di un’azienda. Apple ha qualcosa come 200 miliardi di dollari di liquidità in cassa, emette bond per fare buyback, ovvero farsi dare soldi per ricomprarsi le proprie azioni sul mercato – nulla di strano eh, lo fanno in tanti – per farle salire. Salire fino a quando? Chissà, chissà quando il serpente si morderà la coda.

 

Mario Monti all'inaugurazione dell'anno accademico in Bocconi. Foto: Gabriele Ferraresi  Mario Monti all’inaugurazione dell’anno accademico in Bocconi. Foto: Gabriele Ferraresi

 

Ma invece, cosa ha raccontato stamattina Tim Cook in Bocconi? Ha portato un po’ della consueta epica Apple, il rispetto delle diversità, quanto queste ci arricchiscano e arricchiscano le aziende – e per Apple, questo è stato indubbiamente vero – mischiando una lisciata di pelo ambientalista, a proposito della lotta ai cambiamenti climatici e alle policy di Apple nei confronti dei propri fornitori, a un augurio agli studenti per il proseguimento degli studi.

Non un discorso indimenticabile in tutta onestà: una sequela di banalità sconcertanti del genere “Sono orgoglioso di lavorare in una azienda che non pensa solo a fare i soldi ma a migliorare il mondo in cui vive” snocciolate una dopo l’altra, da cui in sostanza Apple emerge come un gigante buono che mira a lasciare il mondo migliore di come l’ha trovato.

 

Valentina Aprea e la fisiognomica del Potere - foto: Gabriele Ferraresi  Valentina Aprea e la fisiognomica del Potere – foto: Gabriele Ferraresi

 

Un altro esempio? Una parte del discorso di Cook che mi è rimasta in mente è questa: “Abbiamo l’obbligo di fare ciò che è giusto fare. Ecco cosa guida la Apple”

E che cosa è giusto fare? Come capiamo il giusto e lo sbagliato? Come si fa? Tim, puoi aiutarmi, faccio sempre confusione tra il giusto e lo sbagliato, come quel tizio in Ghostbusters. Insomma, se volete credere alla favola Apple fate pure, ma non c’è nessuna favola: e non perché Apple sia cattiva, anzi, è neutra, come tutte le aziende. Apple è un’azienda che fa grandi, grandissimi profitti, vende prodotti gradevoli e amati, e che oltre a questo funzionano bene. Punto. Su questo è stata fenomenale a creare una mitologia.

 

Paolo Ainio all'inaugurazione dell'anno accademico in Bocconi - foto: Gabriele Ferraresi  Paolo Ainio all’inaugurazione dell’anno accademico in Bocconi – foto: Gabriele Ferraresi

 

Ed è la stessa mitologia che porta in platea il gotha del capitalismo online italico – avvistati tra gli altri Paolo Ainio, Pietro Scott Jovane – e ragazzi che arrivano da Roma in coda, partiti in treno stamattina per “vedere” un CEO dal vivo. In fondo ogni epoca ha le rockstar che si merita.

Ne parlo un po’ con gli studenti rimasti fuori, a seguire la diretta in streaming, come Giorgio: “Sono arrivato stamattina alle 7, c’era una fila di un centinaio di persone, ero tra i primi dieci, l’ottavo, ma nessuno è riuscito a entrare. Sono contento, vuol dire che l’evento ha funzionato e per l’università è stata una pubblicità positiva. Per quanto riguarda noi… ce n’erano 300 di studenti su 1000. Ci hanno fatto registrare online, ma il sito ha crashato. Sono fan sfegatato di Apple. Alla fine hanno fatto entrare gli studenti a caso. Studio International Management, al secondo anno. Rifarei l’esperienza, mi sta piacendo“.

Elena invece, che trovo seduta a terra con un MacBook collegato al wifi Bocconi e alla diretta in streaming dell’evento mi spiega che “Di Apple mi piace tutto. Tutto. La cultura, le persone che ci lavorano, ho adorato Steve Jobs. Per me è il massimo. Io ho tutto: iPhone, iPad, funzionano bene, sono facili da usare. Sono laureata e sto facendo la magistrale in International Management. Potevano anche fare un link in inglese alla diretta streaming, in fondo il 60% sono stranieri qui, e qui si studia in inglese, tutti i miei corsi sono in inglese.

Infine Pierangelo, che ha vent’anni, ed è partito stamane per vedere Tim Cook. Dubito che l’abbia visto alla fine “Sono qui vedere Tim Cook. Sono appassionato di alta tecnologia, di informatica, elettronica, per cui, volevo venirlo a vedere. Apple ha di speciale l’innovazione. Andrebbe applicata in tutti i campi, soprattutto in Italia. Il modello Apple? Andrebbe applicato al turismo“.

P.S. per me è molto interessante l’analisi della fisiognomica del Potere tra i presenti in platea, la trovate comodamente nella gallery.

 

La fisiognomica del Potere - foto: Gabriele Ferraresi  La fisiognomica del Potere – foto: Gabriele Ferraresi

 

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