Society
di Dailybest 21 Dicembre 2016

Le 50 cose da ricordare dell’anno secondo Dailybest

Tutto quello che non possiamo e non dobbiamo dimenticare di questo anno incredibile. Pieno di cose belle, brutte, ma anche medie

 

Eh sì, un altro anno ormai se n’è andato: e noi di Dailybest ce l’abbiamo messa tutta per raccontarvelo ogni giorno questo 2016. Ma quando ormai sono passati 365 giorni, e il 2016, un anno di altissimi e bassissimi si avvia alla conclusione, vogliamo riavvolgere il nastro con voi. E andare a vedere cosa c’è da ricordare di quest’anno.

 

cosa ricordare 2016

 

Rigori di Zaza e Pellè (2 luglio)
Il trionfo della hybris, giustamente punito dagli dei del pallone, in occasione degli Europei 2016. La spedizione degli Azzurri si schianta contro un iceberg di sfiga e presunzione dalle dimensioni superiori a quello che affondò il Titanic.

Bello Figo da Belpietro (1 dicembre)
Bello FiGo ha trollato tutti? O è stato Maurizio Belpietro a trollare tutti? Oppure, come scrivevamo, Bello FiGo ha trollato tutti, ma ce ne siamo accorti solo noi? Probabilmente la terza, viste le minacce di morte ricevute da Bello FiGo. Qualcuno non ha capito lo scherzo.

 

 

Donald Trump (9 novembre)
Anche gli Stati Uniti si adeguano con quei ventidue anni di ritardo al berlusconismo, ma lo potenziano con gli steroidi. Alla faccia di quasi qualunque sondaggio, l’America sceglie di votare un candidato indifendibile, razzista, sessista, supportato persino dal KKK.

Brexit (23 giugno)
Altra sorpresona del 2016, mancata dai sondaggisti, temuta da molti. Il suicidio politico di David Cameron è degno almeno del suicidio politico di Matteo Renzi, ma ovviamente in UK fanno le cose più in grande. Sanno sbagliare da professionisti.

Referendum (sia trivelle che costituzionale)
Due referendum in un anno, per i cittadini italiani. Uno già dimenticatissimo – le trivelle, e chi se le ricorda più? – l’altro che ha portato all’uscita di scena di Matteo Renzi e all’arrivo di un governo Gentiloni scintillante quanto un monocolore DC anni ‘70.

Nobel Dylan (13 ottobre)
Avessimo un centesimo per ogni status “Ah! Ma è un cantante, non è uno scrittore!” ora ci sarebbe una Bentley aziendale Dailybest. All’annuncio del premio attaccando un generatore alla rosicata di Baricco si poteva illuminare un comune italiano di medie dimensioni.

Tutti i morti (date sparse)
Da David Bowie a Bernardo Caprotti, da Leonard Cohen a Muhammad Alì, da Fidel Castro a Bud Spencer e tantissimi altri. Nel 2016 sono morti personaggi icone del secolo precedente, che avevano attraversato lasciando un segno. Prepariamoci: andrà peggio nel 2017.

 

 

Post-verità (sempre)
Ma che cos’è questa benedetta epoca della post-verità? Diciamo che è l’epoca in cui non ha più importanza per il pubblico e per i pubblici distinguere cosa sia vero da cosa non lo sia. Insomma, più che epoca della post-verità, chiamiamola col suo nome: epoca delle cazzate.

Fabio Rovazzi (sempre)
Andiamo a comandare: 103 milioni di views. Tutto molto interessante: 24 milioni di views. Quando leggerete questa lista i numeri saranno obsoleti e sicuramente cresciuti ancora. Niente da dire, al di là delle views che chissenefrega, a noi Rovazzi sta simpatico.

Floating Piers (18 giugno)
L’installazione dell’artista Christo sul Lago d’Iseo è stato l’evento dell’anno per quel che riguarda l’arte contemporanea: chi c’era se l’è goduto non se lo scorderà mai, chi non c’era, non sa cosa si è perso. Noi c’eravamo.

 

 

David Bowie (10 gennaio)
Prima l’entusiasmo per l’attesissimo album, presentato con video cupi e magici. Poi la tristezza per la scomparsa. Il tutto nel giro di pochi giorni, in un su e giù di emozioni che ha colpito i fan di sempre e i semplici appassionati di musica. Un gigante, fino all’ultimo.

App umarells (13 gennaio)
Che non si dica che in Italia non si lavora per eliminare il digital divide e aiutare chi è avanti con gli anni a sfruttare tutte le potenzialità della rete. Umarells è l’app che geolocalizza tutti i cantieri, per intrecciare le braccia dietro la schiena e osservare i lavori in corso.

Stragi di Nizza e Berlino (14 luglio e 19 dicembre)
Quando abbiamo iniziato a scrivere questo pezzo, non pensavamo certo di dover aggiungere un’altra città a questo brutto ricordo. Dopo le 86 persone uccise da un tir a Nizza il 4 luglio, è arrivata la strage del 19 dicembre a Berlino, in cui sono morte 12 persone. In entrambi i casi, il terrorismo che colpisce nel modo peggiore e tanta gente che insulta le vittime diffondendo teorie complottiste e negazioniste.

Pokemon Go (6 luglio)
Pensavamo che i Pokémon fossero sepolti da qualche parte nel Sahara, insieme alle copie del videogame di ET. Invece sono riemersi di colpo e hanno conquistato una nuova fetta di pubblico: il primo videogioco che ha costretto i giocatori a uscire di casa e camminare è diventato fenomeno di costume in tempi da record.

 

 

Le serie tv più belle degli ultimi anni (date sparse)
Il panorama delle serie tv è sempre più affollato e negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento di prodotti medi, a discapito della qualità. Non sempre è così, però. Quest’anno ci è andata particolarmente bene e possiamo mettere in fila almeno tre capolavori assoluti: Stranger Things, Westworld e The Young Pope, giusto per citare quelle più in vista.

Il reboot di Ghostbusters (28 luglio)
Preceduto da polemiche online e non, bisognerebbe avere il coraggio di ammettere una cosa: il reboot di Ghostbusters, il capolavoro di Ivan Reitman del 1984, è un film semplicemente così così, decisamente dimenticabile, ed è andato a toccare sul vivo ricordi cementati in milioni di ex bambini cresciuti.

Enrico Mentana vincitore di Facebook (sempre)
L’anno in cui Enrico Mentana si è confermato signore assoluto della maratona elettorale televisiva coincide anche con l’anno in cui Enrico Mentana si è scoperto paladino anti-bufale e anti-populismo. La pagina Enrico Mentana blasta la gente è lì a ricordarcelo.

Personaggi strambi su Facebook (sempre)
Ne citeremo giusto due, ma si tratta di semplici esempi: Pippo Franco e Nina Moric hanno dimostrato che Facebook può essere l’ultimo baluardo di notorietà prima di svanire completamente. A patto però di crearsi un personaggio strambo, tipo Pippo Franco, appunto, che si è trasformato in un incrocio tra David Lynch e un santone.

Checco Zalone e la pubblicità della SMA (26 settembre)
C’è una fettina, piccola, ombelicale, di italiani che ritiene Checco Zalone la fonte di ogni male. Si sono dovuti ricredere abbastanza in fretta con il geniale spot di Checco Zalone sulla SMA: non ve lo ricordate? Ma non c’è problema: ve lo ricordiamo noi.

Le reactions di Facebook (24 febbraio)
Solo un anno fa qui era tutto un like. E basta. Come per tutti i cambiamenti del social network, ormai ci siamo talmente abituati da pensare che sia sempre stato così, ma le modifiche decise da Facebook nel 2016 sono state tante e profonde e le reactions sono solo le più evidenti.

 

 

Snapchat (fino al 3 agosto)
L’app che ci ha fatto sentire tutti improvvisamente vecchi vecchi vecchi in caso abbiamo più di 25 anni, è stata in sintesi vaporizzata dal lancio Instagram Stories. Chi lo usa più Snapchat? Sembra nessuno, ma non è mica tanto vero…

Instagram Stories (3 agosto)
Il plagio evidente di Snapchat a opera di Instagram – e quindi di Facebook – ha reso disponibile a un pubblico molto più ampio rispetto a Snapchat la possibilità di fare video stupidini e girati male, ma in un certo senso belli da Dio. Ovviamente è stato un successo.

Michele Serra scopre i social media manager (24 marzo)
L’uomo che ogni giorno dà il suo commento su come vanno le cose nel mondo, che ignora l’esistenza di un pezzo di quello stesso mondo. Ovvio, è solo un piccolo esempio, sintomatico però dell’incredibile distanza che si è ormai formata tra certi giornalisti e la contemporaneità.

Buongiornissimo e Kaffeeee? (sempre)
Il 2016 è l’anno in cui come mai prima abbiamo assistito all’esplosione delle cosiddette immagini di merda dei quarantenni, per citare una celebre pagina Facebook. Immagini fondamentali per condividere gli unici due messaggi a cui nessuno sa rinunciare: il saluto del mattino e il relativo caffè per facilitare il risveglio.

 

 

Twitter: non pervenuto (sempre)
Palcoscenico per l’ego di giornalisti e addetti ai lavori, Twitter non ha vissuto proprio un anno in grande spolvero. Forse perché il prodotto non si è evoluto poi molto dall’inizio – ma non è forse lì il suo bello? – e in Italia ha anche chiuso uffici e licenziato dipendenti.

Lo chiamavano Jeeg Robot (25 febbraio)
Un cinema italiano diverso è possibile. Dimenticate le urla di Muccino, gli atatatata di Boldi, ma anche gli intellettualismi di maestri di ieri e di oggi. Lo chiamavano Jeeg Robot è una boccata d’aria per il nostro cinema.

Take Me Out (4 gennaio)
Un programma come tanti, diventato cult nel giro di poche settimane: un ragazzo single si sottopone al vaglio di tante coetanee altrettanto single, che scelgono se rendersi disponibili per un’uscita insieme o calare dei sonori due di picche. Detta così è una palla, ma è irresistibile.

La teoria del gender (date sparse, con picchi occasionali di delirio)
Una follia tutta italiana, ultimo disperato rigurgito della destra più bigotta e reazionaria, estremo tentativo di negare pari diritti alle famiglie omosessuali. Utile però per dare qualcosa da fare a Mario Adinolfi, che così non si annoia.

Terremoto ad Amatrice e in Centro Italia (24 agosto)
Dopo il sisma a L’Aquila nel 2009, un altro terremoto colpisce il cuore del Paese. Amatrice, Accumoli, Norcia e decine e decine di altri piccoli e meravigliosi comuni distrutti. Tragedia di proporzioni immani, eroismi, macchina della solidarietà: e complotti, ovviamente.

Deep learning (sempre)
Software e computer sempre più potenti, raffinati, e intelligenti ci porteranno nel giro di non troppi anni a un futuro in cui le macchine saranno capaci di imparare come gli uomini. Anzi, meglio. E da lì alla singolarità, il passo potrebbe essere breve.

Vaccini e vaccinismi (date sparse)
Red Ronnie ha tante doti, ma di sicuro non gli chiederei consigli per la mia salute, non essendo lui un medico. Ma perché chiederlo, quando c’è una intera trasmissione di Rai2 in cui Red ha potuto dire la sua sui vaccini? Era andata così: un delirio. Per fortuna che c’è Roberto Burioni, per fortuna.

 

 

Tesla e macchine che si guidano da sole (date sparse)
Se oggi avete una trentina d’anni, difficilmente i vostri figli avranno la patente, o guideranno l’auto come la guidiamo noi. Le auto a guida autonoma sono una realtà, le Tesla hanno un pilota automatico – già oggi – onestamente impressionante. Questione di anni, non decenni.

Oscar a DiCaprio (28 febbraio)
E adesso siti e giornali con quale tormentone camperanno nelle settimane degli Oscar? Le fatiche di Revenant premiano finalmente l’ex naufrago del Titanic, che porta a casa l’ambita statuetta. Prossimi che se ne meriterebbero una? C’è l’imbarazzo della scelta: Edward Norton, Samuel L. Jackson, Harrison Ford, per iniziare.

Unioni civili (5 giugno)
Dopo anni e anni di discussioni, dibattiti e polemiche, finalmente in Italia abbiamo le unioni civili. Una svolta arrivata non senza scontri e recriminazioni, ma che segna un punto importante nella storia del paese

Morte di Bernardo Caprotti (30 settembre)
Bernardo Caprotti, morto quest’anno a 90 anni, è stato il pioniere dei supermercati in Italia. La catena Esselunga, da lui fondata, è diventata nel corso degli anni un simbolo, una scelta di campo, una mitologia. Oppure erano semplicemente dei supermercati.

Panama Papers (3 aprile)
Ah sì, l’inchiesta che ha cambiato il mondo. Yawn.

Morte Casaleggio (12 aprile)
Il 2016 sarà ricordato come un anno di altissimi e di bassissimi per il M5S di Beppe Grillo: vincono le elezioni comunali a Torino e Roma, “vincono” anche il referendum, schierandosi con il “No” ma allo stesso tempo si rivelano completamente inadeguati a governare Roma con Virginia Raggi e perdono il guru e fondatore del Movimento, Gianroberto Casaleggio.

E i marò? (sempre)
Ebbene sì, la saga che sembrava non potesse avere fine, ha avuto fine.

Petaloso (23 febbraio)
La parola inventata da un bambino e accettata dagli accademici italiani, che fece la fortuna di editorialisti e commentatori per almeno una settimana. Ve l’eravate dimenticata? Noi no, purtroppo.

L’anno dei #JeSuis (e di #JeSuisCicciottello)
Tutti i “ Je suis” avevano stufato già ai tempi della strage di Charlie Hebdo. Oggi quel “Je suis”, ridiventa hashtag ogni volta che c’è qualcosa o qualcuno con cui solidarizzare automaticamente. Il migliore dell’anno: #JeSuisCicciottello, in seguito al titolo di un giornale sulle imprese della squadra di tiro con l’arco alle Olimpiadi di Rio.

Bebe Vio (sempre)
Una gigante di cui ci siamo accorti quest’anno, prima alle Paralimpiadi, e poi sui social media. Intelligente, bella, sportiva, un monumento alla forza di volontà e alla forza degli esseri umani in genere. Gigantesca Bebe, davvero.

Goro e i migranti respinti (24 ottobre)
Facciamo così, che tra le cose belle e le cose brutte del 2016 che sta passando, questa proprio ce la dimentichiamo, ci dimentichiamo quanto possano essere disumane alcune forme di vita basate sul carbonio che in questo caso sbagliamo a chiamare uomini.

Il finto rapimento di Lapo Elkann (29 novembre)
Non lo si può lasciare solo un attimo Lapo Elkann, ti distrai un attimo e ne combina una. Questa – il finto rapimento con richiesta di riscatto alla famiglia – è finita sulle prime pagine di tutti i giornali. Qualcuno si è messo a ridere: a noi ha fatto principalmente tristezza.

Fertility Day (31 agosto)
Una gaffe dopo l’altra: una campagna per la fertilità che sembrava studiata da Mel Brooks.  Prima le cartoline con la cicogna e la clessidra e la cornice ideologica da burletta, poi l’immagine dell’opuscolo degna del ventennio. Delirio totale.

Il Leicester campione della Premier League (2 maggio)
Un’impresa incredibile, la squadra destinata a lottare per la salvezza che compie il miracolo sportivo assoluto e vince uno dei campionati più ricchi e (quindi) difficili del mondo. E il grande stratega è l’italiano Claudio Ranieri.

Tutto Virginia Raggi (date sparse)
Il Movimento 5 Stelle parlava di complotto del PD per far vincere al Movimento le elezioni amministrative di Roma. Visti i disastri dei primi sei mesi, non avevano tutti i torti forse. Virginia Raggi ha regalato soddisfazioni su soddisfazioni: dai video recitatissimi fino alle sortite in cerca di chi abbandona rifiuti per strada. Ed è solo l’inizio.

Il libro di Dibba (date sparse)
Un incrocio tra Che Guevara e Stanis La Rochelle, che non sa fare a meno di recitare tutto con un’enfasi senza senso. I meme su di lui non si contano, senza dimenticare l’autobiografia in cui si racconta come antropologo, esploratore e vero conoscitore dei popoli lontani.

80 anni Berlusconi (29 settembre)
Lontano dai giochi del potere vero, ormai Berlusconi vivacchia, nelle ultime settimane cerca di tenere dietro l’opa – per nulla in realtà… – ostile di Vivendi, cerca il closing per la vendita del Milan ai cinesi, si gode gli 80 anni. Noi l’avevamo festeggiato così.

Caduta del governo Renzi (4 dicembre)
Il referendum costituzionale consegna agli italiani del “No” quello che in sostanza molti volevano: un governo senza Renzi. Vedere ora Gentiloni di certo metterà di buonumore, ora che Renzi è tornato a Pontassieve, va a fare la spesa alla Coop, prende il pandoro e molto EstaThe.

Ambasciatore russo Turchia (19 dicembre)
Ma che Terza Guerra Mondiale: in quella in un certo senso siamo già immersi dall’11 settembre 2001. Certo, i corsi e ricorsi storici di Vico, sono affascinanti, ma dovessimo scommettere come scoppierà il prossimo conflitto globale, non scommetteremmo sull’omicidio di un ambasciatore russo in Turchia.

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